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mercoledì 9 settembre 2009



L’ingegnere e la Cubana

Quel sabato sera Marcella aveva un impegno con delle colleghe di lavoro ed approfittai per fare un giretto in una sala a luci rosse dove andavo abitualmente con lei ed era frequentata da numerose coppie. Entrai all’inizio dell’ultimo spettacolo e dopo aver girato stavo uscendo perché oltre a single o gay, occupati a masturbarsi o farsi masturbare, coppie nemmeno l’ombra. Passando verso l’uscita in fianco ad una delle ultime fila sulla sinistra, nella penombra non capii se quella coppia, un bianco ed un nero fossero dei gay o una coppia etero. Avevano lasciato un posto vuoto in fianco, l’ultimo della fila e questo era un invito tipico delle coppie a far sedere un terzo. Dei gay non si sarebbero comportati così. Rimasi in piedi appoggiato alla colonna finche’ non fui certo si trattasse di una lei. Non aveva l’aria di un travestito e stranamente indossava dei jeans, insolito per una coppia che vuol provocare qualcuno. Comunque decisi di occupare quel posto libero in fianco a lei e potei guardarla da vicino, il viso era bellissimo come pure il seno che si notava sotto il giubbino, coperto da una maglietta bianca. Il film non era male, nel suo genere, e quando lei iniziò a masturbare il compagno non ebbi difficoltà ad estrarre il mio membro già eccitato. Come si accorse, sussurrò qualcosa al compagno e senza indugio impugnò anche il mio sesso. Potevo finalmente assicurarmi che fosse una donna prima di farmi masturbare da un travestito brasiliano. Le slacciai a fatica la lampo dei jeans e raggiunsi un sesso riccioluto e ben eccitato. Ero convinto che il gioco si sarebbe consumato al cinema, mentre invece si coprirono e si alzarono per uscire, li seguii fuori dal cinema e mentre si stavano accendendo una sigaretta mi avvicinai e meravigliato per l’altezza ed il fisico stupendo di lei, chiesi se volessero proseguire la serata a casa mia. Accettarono dicendomi però che erano a piedi, saliti sulla mia auto mentre mi dirigevo a casa mia, molto spontaneamente mi raccontarono la loro storia. Lui Milanese, biondo, magro, sposato e irreprensibile ingegnere lavorava spesso all’estero in paesi in orbita socialista, era stato mandato per qualche mese a Cuba, ma conosciuta lei vi era rimasto più di un anno travolto da inaspettata passione. Aveva mollato, lavoro e moglie e si era fatto trasportare dal fascino e stile di vita locale. Era da poco rientrato a Milano e dopo aver chiesto ospitalità agli anziani genitori, presentandosi a loro trasformato nell’abbigliamento e accompagnato dalla stangona nera, era stato buttato fuori di casa con ignominia. Vivevano in un residence a Bruzzano e lei cantante famosa nel suo paese, stava cercando un lavoro nel campo della musica o della Tv, ottenendo solo delle proposte di finire a letto con agenti per avere un provino. Non sembravano preoccupati dalla situazione e ridevano di quanto lui fosse lieto di aver buttato al vento la monotonia della vita che aveva condotto prima di incontrare lei, lei ed il sesso. Si perché la passione per la trasgressione, l’amore libero era nata a Cuba. Arrivati a casa mia, mi erano diventati decisamente simpatici. Lei prese dalla borsetta una sua cassetta musicale e orgogliosamente me la mostrò, probabilmente era veramente famosa a Cuba, comunque cantava e bene e soprattutto si sapeva spogliare bene . Aveva 29 anni e sembrava una statua d’ebano. Nera con slip neri, ballava sulla moquette del salotto come una lap dancer professionista, mi chiese se avevo del rum e riuscii solo ad offrirle cognac Martell e Amaretto di Saronno, assieme ovviamente. La mistura piaceva e ne beveva a bicchieri, senza alcun effetto. Mi spogliò e inginocchiandosi iniziò a dedicare la bocca al mio sesso con una cura ammirevole, mentre lo sconvolto ingegnere la possedeva da dietro, quando mi ritenne pronto mi sdraiò per terra e mi salì sopra penetrandosi e dedicando la bocca al sesso, piuttosto piccolo del compagno. Aveva i glutei che sembravano di marmo e si muoveva con una abilità tale che dovetti subito distrarmi per non venire immediatamente. In una pausa mentre le accarezzavo il seno, lui si era posto dietro di lei e le era entrato senza alcuna difficoltà nell’altra apertura. Continuammo a penetrarla assieme senza che lei accennasse minimamente a venire, finchè non chiese di essere presa dietro da me: non con la stessa facilità dell’ingegnere, ma indubbiamente con più soddisfazione della cantante entrai in lei e afferrandola per quelle stupende natiche diedi il meglio di me dentro di lei, strappandole finalmente un orgasmo. Fui subito rimpiazzato dal compagno che continuò fino a venire con un grido roco. Per lei era stato un aperitivo e dopo aver buttato giù un altro bicchiere della miscela riprese a giocare coi nostri sessi tentando di rianimarli velocemente, finimmo l’incontro all’alba di domenica e lei avrebbe continuato. Li accompagnai al residence Ripamonti e corsi da Marcella per raccontarle tutto, erano le sette e stava dormendo, la svegliai con il racconto della serata, ma non riuscii a fare altro che parlare e mi addormentai .