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giovedì 18 marzo 2010



Al cinema Colosseo

Incontrai per la prima volta Raffaele al cinema Colosseo, dire che rimasi allibito è poco. Sicuramente un bell’uomo, siciliano, alto, affascinante e, seppi dopo, con una certa notorietà nel mondo della lirica. Ero in quella sala perché frequentata spesso nel tardo pomeriggio, dopo l’uscita dagli uffici, da coppie in cerca di avventure. Era ancora presto ed il film con un attore piacione aveva attirato diverse signore sole o coppie di amiche. Dopo aver ispezionato la galleria che era deserta, scesi in platea dove avevo notato una signora e spostato di una poltrona un uomo, sedutomi nella fila anteriore alla loro cercai di capire cosa succedesse. Rimasi sorpreso dal fatto che l’uomo si stesse tranquillamente masturbando esibendo sfacciatamente un fallo di notevoli dimensioni mentre la donna imperterrita guardasse il film come niente fosse. Impossibile che non si accorgesse di nulla. Pensai subito ad un maniaco sessuale e aspettai curiosamente la chiassata che avrebbe fatto scoppiare la signora importunata. Guardando più attentamente mi accorsi che la serissima signora pur avendo la testa indirizzata allo schermo aveva gli occhi girati e puntati sullo sconosciuto esibizionista. Se ne accorse anche lui che coprendosi con un soprabito si alzò e si spostò proprio accanto alla donna, che non si mosse. Riprese i suoi maneggi ed esibizioni, senza fare alcun tentativo di allungare una mano verso la vicina di poltrona, come invece avrei supposto, la mano la allungò invece lei, prima con una certa esitazione, come per cogliere un frutto proibito, poi con determinazione. In un atrio del cinema fumando una sigaretta lo incontrai e gli feci la domanda d’obbligo : “ la conoscevi già ?”. Risposta : “ no, mai vista, ci provo con tutte le donne che trovo al cinema da sole, se guardano e non si spostano ci sono buone probabilità che ci stiano”. Toh. Ne avevo imparata una nuova. Mi disse che bazzicava i cinema in cerca di coppie, ma non disdegnava questi esperimenti con spettatrici ignare, o quasi. Ci incontrammo altre volte e simpatizzammo per la passione comune, al punto che dopo qualche mese mi disse che avrebbe voluto portare al cinema la fidanzata, che sapeva dei suoi passatempi, per provare a disinibirla e vedere come si sarebbe comportata con uno sconosciuto in una situazione del genere. L’appuntamento era in galleria nella del cinema Colosseo, ultimo spettacolo del pomeriggio. Orario classico perché a quell’ora la sala è deserta. Li trovai seduti nella prima fila del corridoio, una posizione strana ed estremamente esibizionistica, perchè completamente esposta agli sguardi di chiunque. Era impensabile sedersi accanto quindi mi accomodai nella prima fila sotto il corridoio, da dove avrei potuto comodamente osservare il loro comportamento avendo addirittura una visione dal basso verso l’alto delle gambe. Non nascosi il mio interesse per quanto si poteva già intravedere e sfacciatamente rimasi a lungo girato a guardare sotto le gonne. Lei era alta, atletica, un bel tipo, un po’ androgino, capelli corti rossicci, vestita con un abito di cotone bianco dalla gonna ampia, che grazie a studiati lenti accavallamenti delle gambe mi permise di ammirare due belle cosce lunghe coperte da calze a rete autoreggenti. Dopo diversi tentativi, Raffaele riuscì a convincerla a socchiudere le gambe e mostrare un sesso non coperto da alcun indumento, che accarezzò lentamente fino a costringerla ad accavallare di nuovo le gambe imprigionando la sua mano per immobilizzarla, probabilmente per impedirgli di farle raggiungere un imminente orgasmo. Poco dopo si alzarono e sparirono dietro la tenda dell’uscita. Convinto che il gioco fosse finito, lasciai passare qualche minuto e uscii dalla sala.
Li vidi nell’enorme atrio della galleria che fumavano e chiacchieravano, ebbi l’impressione che lei volesse uscire e lui volesse rientrare nella sala. Rientrarono e li seguii subito. Occuparono due posti dell’ultima fila contro la parete lasciando un posto vuoto in fianco a lei , il più classico degli inviti. Si comportarono come due ragazzini che amoreggiano al cinema, baciandosi ed accarezzandosi senza far caso alla mia presenza in fianco a lei, solo dopo che Raffaele estrasse il sesso e lei prese a masturbarlo, lui le sussurrò di guardare dalla mia parte e si accorse che il mio membro era a sua disposizione.
Esitò a lungo prima di allungare l’altra mano verso di me, ma quando si decise, sembrò veramente godere della situazione. Era a gambe spalancate con la mano di lui che la masturbava e con le sue mani che si occupavano dei nostri sessi. Karen austriaca, aveva una sessualità da motore diesel, una volta partita non si fermava più. Aveva orgasmi brevi e continui e quando la mia mano raggiunse il suo sesso, quella di Raffaele si spostò a stimolarla dietro, con notevole piacere per l’interessata. Quando li rividi su appuntamento di Raffaele erano fermi in auto alla Barona in un luogo adatto ad incontri clandestini, mi fecero salire dietro e iniziarono giochi fra di loro, ma dopo una mezz’ora di preriscaldamento era talmente su di giri e scomoda da proporre a Raffaele di trasferirci a casa loro per potersi far penetrare contemporaneamente da noi due. Quella sera Karen realizzò un desiderio che fino ad allora era stato soddisfatto solo con l’aiuto di un fallo di lattice. Quando ci sentii venire contemporaneamente nelle sue aperture ebbe un orgasmo molto simile ad una crisi epilettica. Diventammo amici e ci frequentammo per anni non solo per incontri di sesso, ma passammo vacanze assieme, viaggi e simpatiche serate. Il sesso non mancava quando la situazione era piacevole, a volte in quattro, con le mie compagne del momento, ma anche in tre poiché Karen apprezzava molto la presenza di due uomini che la impegnassero su più fronti.



Al cinema Zenit

Un mercoledì verso le 19, uscito dall’ufficio, entrai per curiosare al cinema Zenith e salii in galleria dove a volte in quell’orario qualche coppia cercava compagnia: vuota, il film era in cartellone da molto tempo e non attirava più, prima di uscire per scrupolo passai anche dalla platea.
Pochi spettatori, ma mi colpì una signora che era seduta in una posizione strana, per una sala vuota, invece di essere in centro era sistemata a destra quasi in fondo alla fila di fronte alla porta delle toelette, nelle file adiacenti, due o tre uomini soli . Mi misi a sedere più indietro per osservare e capire. Dopo una decina di minuti la signora si alzò ed entrò nei bagni, quasi immediatamente fu seguita da uno degli spettatori che era nei pressi, attesi un paio di minuti ed entrai silenziosamente.
I bagni di quel cinema avevano la particolarità di avere un unico ingresso per uomini e donne, poi da un antibagno con lavandino e specchio si separavano per sessi, non garantendo assolutamente alcuna privacy, infatti da qualsiasi posizione si potevano vedere sia le porte dei bagni delle donne, che gli orinatoi in piedi degli uomini. Accesi una sigaretta nell’antibagno e notai che la signora, cinquantenne, bionda tinta, con tailleur grigio e pettinatura demodè, fingendo di lavarsi le mani, guardava quello spettatore, piuttosto anziano, che l’aveva seguita ed ora in piedi davanti alla porcellana bianca si masturbava girato completamente verso di lei. Uscii e mi rimisi a sedere.
La distinta signora rientrò in sala e riprese lo stesso posto, un attimo dopo uscì il tipo dalla toeletta e si andò a sedere al suo fianco. La reazione della donna fu immediata, si spostò di una poltrona. Ero nella fila prima della loro e seguii lo sviluppo del gioco. Lui si masturbava sdraiato verso di lei, che ogni tanto lo guardava piuttosto distrattamente, dopo essere venuto si alzò e se ne andò.
Quasi subito la incontinente spettatrice rientrò nella toeletta e la seguii immediatamente. Ripeté la scena di mettersi in ordine la pettinatura, lavarsi le mani guardando verso di me che decisamente affascinato dal gioco le mostravo la mia eccitazione.
Per uscire mi passò in fianco senza staccare gli occhi dal mio pene. Quando, rientrato in sala, mi misi a sedere in fianco a lei non si spostò, senza paura di ricevere un rifiuto avvicinai la mia gamba al suo ginocchio ed ebbi la conferma della disponibilità. Si lasciò toccare aprendo le gambe e facendomi arrivare all’interno delle sue mutandine, si fece masturbare a lungo, fermandomi ogni tanto la mano per non venire. Quando si decise a toccarmi lo fece con una perizia mirabile, estrasse il mio sesso e stringendolo in mano, iniziò a masturbarlo lentamente, mentre le restituivo la cortesia. Prese un suo fazzoletto di stoffa e facendomi venire in quel pizzo profumato si abbandonò in un orgasmo che la scosse violentemente mentre scomodamente la penetravo da dietro con due dita. Mi pulì con una cura virtuosa e ripose il fazzoletto nella borsa, quando le chiesi se ci saremmo rivisti rispose solo “ mercoledì”.
La rividi più volte e il buffo fu che ogni volta voleva ripetere la scena nella toeletta, dalla platea passammo alla galleria dove dietro l’ultima fila si inchinò davanti al mio sesso. Mi invitò a casa sua a pochi passi dal cinema di piazza Piemonte. Declinai l’invito e non passai più al mercoledì, il fascino era legato alla trasgressione e una scopata a casa sua, di certo non lo era.


Al cinema Diana

Al sabato nel tardo pomeriggio si poteva incontrare al cinema Diana una coppia sposata che aveva un abitudine particolare, che sperimentai dopo averli osservati altre volte.
Era un sabato del classico inverno milanese, gelido, senza pioggia, senza neve e con la nebbia che ovatta suoni e colori. Avevo già fatto un giro nella galleria del Diana, non c’erano coppie e in particolare non avevo visto “quella coppia” che il sabato prima avevo notato. Il film non mi interessava e mi fumavo una sigaretta su un divano di velluto bordeaux piuttosto liso, nella zona antistante l’ingresso della sala al primo piano, aspettando novità . Dal rumore dei tacchi fui certo che stava salendo una coppia o quanto meno una donna. Erano loro. Lei mora capelli corti, viso pallidissimo, molto alta, classiche calze nere, scarpe con un tacco che la alzavano ancora di più, cappotto scuro lungo. Lui più alto di lei, massiccio, bell’uomo, barba incolta, entrambi sui trent’anni, sulle scale li avevo sentiti parlare con un accento toscano. Passandomi davanti dal cappotto slacciato si intravide una gamba che finiva sotto una mini non molto corta, con uno spacco davanti. Spensi la sigaretta e li seguii mentre spostavano il tendone per entrare nella sala, si fermarono per adattare la vista all’oscurità e si diressero negli stessi posti del sabato precedente. In una fila di poltrone che consentiva l’accesso da una sola parte, perché dall’altra vi era la parete, le ultime 5 poltrone erano dietro una balaustra chiusa alla vista sotto la quale era la scala d’ingresso. Occuparono due posti non gli ultimi, sui quali riposero i cappotti. Lei rimase dalla parte della fila da dove si poteva entrare, un invito evidente che cercavano compagnia. Se fosse stata una coppia in cerca di tranquillità si sarebbero invertiti i posti. Nessuno dei presenti si era accorto del loro ingresso, così non feci fatica ad infilarmi subito e sedermi in un posto vicino, ma non in fianco a lei. Proiettavano un film con Moana Pozzi, evidentemente al marito faceva un bell’effetto perché quasi subito lo tirò fuori e si mise a masturbarsi, lei alzandosi leggermente fece salire la mini scoprendo completamente due belle gambe che si premurò di aprire per facilitare la mano di lui che si intrufolò in mezzo. Sia lui che lei in quella posizione potevano permettersi anche di rimanere nudi dalla vita in giù e nessuno li avrebbe visti. Tranne io chiaramente. Mi spostai immediatamente in fianco a lei e protetto come loro dalla balaustra estrassi il membro che venne subito accarezzato dalle dita della sua mano: il calore emanato il mio pene riscaldò la sua mano fredda che lo muoveva su e giù. Presi ad accarezzarle le gambe risalendo dal ginocchio, la sensazione ruvida del nylon finì nel tepore dell’interno della coscia dove poco dopo incontrai la mano del marito, come se ci fossimo messi d’accordo le nostre dita si spostarono sui suoi fianchi tentando di toglierle le mutandine. Preferì farlo più sbrigativamente da sola per offrire alle nostre mani la possibilità di alternarsi nel penetrarla e masturbarle il clitoride.
Era decisamente eccitata ed il suo sesso rilasciava umori che facilitavano le nostre manipolazioni al punto che il marito passandole un braccio dietro la schiena raggiunse la seconda apertura penetrandovi facilmente: questa operazione la spinse ad abbassarsi verso il sesso di lui facendolo affondare nella sua bocca. Tolsi la mano che in quella posizione non potevo più muovere e mi limitai ad accarezzarle un morbidissimo posteriore. Sollevò la testa e mentre il marito si ricomponeva si alzò e tentò di passarmi davanti ed uscire dalla fila: per consentirle di riuscirci mi dovetti alzare col membro in mano, strusciandolo sulle sue gambe non ancora coperte dalla gonna.
Aveva lasciato il cappotto e la seguii, la trovai nella sala d’aspetto che si accendeva una sigaretta, lui ci raggiunse dopo poco e si avviarono verso la toelette, lei entrò lasciando la porta del bagno socchiusa. Il marito mi guardò quasi stupito che fossi ancora lì e mi fece segno con la testa di entrare, rimanendo a controllare che non arrivasse qualcuno. Avevo ancora i pantaloni sbottonati e lei stando accucciata in un attimo si era già messa in bocca il mio pene, succhiandolo con notevole abilità. La fermai e prendendola per le spalle la feci alzare girare e appoggiarsi piegata al lavandino, la penetrai con facilità sentendola irrigidirsi e poi rilassarsi accompagnando i miei colpi, quando si accorse che mi avvicinavo all’orgasmo mi raccomandò di non venirle dentro, mi tolsi di colpo e le presi una mano portandola sul mio membro e appena lo toccò venni abbondantemente nel lavandino. Lei o non era venuta o non si era fatta accorgere. Uscii per entrare nel bagno degli uomini. Rientrai in sala per recuperare il cappotto, erano già seduti ai loro posti e avevano ripreso tutto da capo. Mi fermai a guardare, si accomodò in fianco a lei un ragazzo e dopo una decina di minuti si alzarono per andare alla toelette.


Nei CINEMA

A Milano, fino a qualche anno fa, esisteva una diversa classificazione delle sale cinematografiche : prime visioni, seconde visioni, d’essay, a luce rossa. Questa era la divisione ufficiale, che si poteva trovare anche sui quotidiani, ma per il popolo delle coppie scambiste, dei singoli esibizionisti o guardoni ve ne era un’altra più particolare. Era strettamente condizionata dalla presenza nella sala di una galleria. Esistevano perciò prime visioni, generalmente in centro, con gallerie frequentate da coppie in vena di esibizioni soft, come Metro Astra, Corso, Capitol, Excelsior, Durini. Soft erano generalmente le provocazioni che la lei di una coppia metteva in atto con lo spettatore seduto nella fila davanti che, essendo in galleria, aveva il viso quasi all’altezza delle gambe di chi era seduto dietro : il gioco il più delle volte veniva condotto solo da lei, il partner quasi noncurante guardava il film, creando nello spettatore davanti la falsa convinzione che fosse solo la signora a stuzzicare. Consisteva in lenti accavallamenti di gambe con ampie possibilità di far penetrare lo sguardo di chi era davanti, fino al reggicalze o alla coscia nuda. Altre volte la signora socchiudeva le gambe lentamente per poi richiuderle e riaprirle un po’ di più, fino ad ottenere il risultato desiderato, che non era quello di invitare ad infilare una mano fra le sue gambe ma solo quello di spingere l’osservatore a masturbarsi ed esibirsi solo per lei, nella convinzione che il marito non se ne accorgesse. Errore. Il marito seguiva tutto con la coda dell’occhio ! Le sale di Seconda visione sempre con galleria, tipo Tonale, Diana, Colosseo, Zenit, Nazionale, Gloria, erano meta di coppie in cerca di trasgressioni un po’ più osé, che partendo dalla provocazione esibizionistica potevano continuare permettendo allo spettatore di toccare la gentile signora. Invitati a spostarsi dietro e sedendosi in fianco per facilitare masturbazioni reciproche o addirittura proporre rapporti sessuali in anfratti, scale, salottini o dietro tendoni particolarmente adatti allo scopo. In queste situazioni il marito partecipava autonomamente masturbandosi o affidava il piacere di farlo alla moglie, con le mani quindi impegnate sui due lati. Le Sale a luce rossa : vere bolgie per dannati del sesso. Si dividevano in quelle riservate ai gay e quelle per coppie in cerca di emozioni forti. Emozioni forti voleva dire che una coppia arrivava a denudare anche completamente la gentile signora ed offrirla a decine di mani che da tutti i posti attorno si protraevano verso di lei, amplessi plurimi nelle toelette e quant’altro la più sfrenata fantasia sessuale potesse pensare di realizzare fra parecchi uomini ed una donna in una sala cinematografica. Queste situazioni erano possibili al Diamante, al Cielo, all’Hermes, al Farini, al Rialto o al Ducale. Inutile chiarire che le maschere erano al corrente di quello che succedeva e facevano finta di nulla o addirittura partecipavano.
Gli orari preferiti dalle coppie per i giochi di sesso nei cinema erano ristretti all’ultimo spettacolo serale o quello del tardo pomeriggio. Ogni giovedì alle 17 un noto Principe del Foro Milanese spostava la sua enorme pancia dalla scrivania di via Fontana ed entrava in compagnia di una della numerosissime giovani segretarie al cinema Colosseo. Il rituale era sempre lo stesso si sedevano in galleria nelle ultime fila ed attendevano che qualche single si sedesse accanto alla ragazza , l’avvocato le sollevava la gonna mostrando le gambe ed autorizzando l’ospite ad allungare una mano fra le cosce socchiuse. Le solerti segretarie provvedevano poi a masturbare gli sconosciuti che si susseguivano nel posto accanto, mentre l’avvocato guardava e basta.
Dopo un’ora circa si alzavano e uscivano, rientrando in studio meglio disposti ad affrontare i clienti o a completare sulla scrivania l’opera iniziata.
Non erano solo le coppie a cercare avventure nei cinema, anche distinte signore, esclusivamente al pomeriggio e non in cinema a luce rossa, si dedicavano a questo passatempo erotico. Ognuna aveva le sue preferenze sul tipo di gioco e lo dirigeva con assoluta autorevolezza, non lasciando spazio alle fantasie degli estemporanei partner.