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mercoledì 21 aprile 2010



AL CINEMA ORFEO

La prima del film “Crash” di Cronemberg, dal libro omonimo di Ballard, era attesa con ansia, da me e da altri amici appassionati di questo scrittore. Inoltre circolava la voce che sarebbe stato subito sequestrato dalle sale per una ottusa censura. Quindi alle ore 15.30 di un venerdì, assieme a due amiche entravo al cinema Orfeo dove avrebbero proiettato quella pellicola, pensando che diversamente poi sarebbe stato difficoltoso poterla vedere.
La sala era ovviamente vuota, film cult, orario e giorno settimanale. Attesa, chiacchiere, pubblicità, luci che si abbassano, controllo ancora una volta quante persone siano presenti. Cinque, noi tre più una coppia, in una posizione strana, ultima fila in fondo a destra, ultime poltrone della fila verso la parete, un posto vuoto al fianco di lei, poi il corridoio. Mi sembrò un palese invito. Fui disturbato durante la visione del bel film dalla costante curiosità di capire cosa volesse quella coppia. Arrivò l’intervallo, mi girai, nulla era cambiato, noi tre più loro due. Mi alzai con la scusa di andare i bagno e passai accanto a loro. Una bella ragazza con una esagerata minigonna con un accompagnatore decisamente più maturo di lei, e un sorriso ammiccante quando le passai accanto. Ritornai al mio posto, ma la curiosità aumentava, volevo andare a sedermi accanto a quella coppia e l’unica cosa mi riuscì di fare, fu scusarmi con le amiche, dicendo che avevo sentito vibrare il telefono e dovevo uscire un attimo per rispondere ad una telefona importante che stavo aspettando. Mi sedetti subito accanto alla coppia che vide chiaramente da dove arrivavo, e con la paura che un ‘improvvisa quanto immotivata accensione delle luci mi avrebbe fatto fare una meschina figura con le mie amiche. Ne valse la pena, perché quasi subito notai che la ragazza stava masturbando il compagno che, con assoluta disinvoltura, se ne stava col sesso fuori dai pantaloni. Allungai subito una mano sulle gambe della ragazza e mai accoglienza fu più gradita. Non potevo certamente fermarmi oltre qualche minuto, così le sussurrai : “vi aspetto per il prossimo spettacolo in galleria” Lei riferì al compagno e mi sorrise. Tornai ancora una volta al mio posto e scusandomi dissi che dovevo andarmene prima della fine per un motivo imprevisto. Uscii dalla platea e salii, sotto lo sguardo stupito della maschera, in galleria, enorme e completamente vuota. Fine dello spettacolo, le mie amiche se ne vanno e in galleria non sale nessuno. Attesa curiosissima nel divanetto prima dell’ingresso in galleria e…. finalmente poco prima dello spettacolo delle 17.30, la coppia sale le scale e entra in cerca di un posto dove sedersi. La scelta non fu difficile vista la disponibilità. Mai avevo visto un’ occasione più propizia per una coppia ed un singolo che volessero combinare qualcosa in un cinema. Fu come gustarci un pranzo prelibato, potevamo decidere come iniziare, cosa assaggiare, il piatto forte , la quantità, il dessert finale, tutto insomma. Devo riconoscere che la coppia si dimostrò maestra in quel gioco che sicuramente conoscevano bene. Lei aveva sicuramente meno di trent’anni, lui probabilmente più di cinquanta. Non molto alta, capelli neri mossi e tenuti in una coda, seno morbido e non esagerato, gambe snelle, tornite e quasi lucide per l’abbronzatura. Mi accomodai nella poltroncina davanti alle loro e mi comportai, volutamente, come se non conoscessi già la loro disponibilità a “giocare”. Capirono subito il gioco di ruolo che proponevo e lei iniziò a provocarmi come un estraneo, accavallamenti, gambe socchiuse, mi giravo e avendo la testa all’altezza delle sue ginocchia ammiravo quello spettacolo gustoso. Iniziai a masturbarmi con discrezione, poi sempre più liberamente, mentre lei ormai apriva le cosce mostrandomi le mutandine. Lui partecipava guardando e attese che lei decidesse di estrarglielo dai pantaloni e accarezzarlo, ricambiando con una sua mano alla carezza ed entrando nel suo slip. Era inizio estate ed indossava solo una mini, senza calze e una tshirt senza reggiseno, la punta dei capezzoli bucava il tessuto per la durezza dell’eccitazione e lui come interpretando un mio pensiero le alzò completamente la maglietta mostrandomi il seno. La gonna si era alzata fino in vita, praticamente sembrava nuda. Mi girai completamente sulla poltrona e dopo averle sfilato le mutandine affondai col viso fra le sue gambe, lei facilitò l’impresa scivolando sul sedile e avvicinandomi il bacino. La leccai lungamente, non venne ma si eccitò ancor di più e dopo aver parlottato con lui si alzò, si ricompose un attimo, salì i pochi scalini che la portavano in alto verso l’uscita e sparì dietro il tendone di velluto. Lui mi fece segno di seguirla. La trovai nuda fra i due tendoni, con i piccoli indumenti in mano, che si affrettò a passare a lui che ci aveva raggiunto. Si abbassò e dopo avermelo estratto dai pantaloni lo ingoiò fino in fondo, praticamente mi stava scopando con la bocca, davanti a lui che controllava se dalla scala eventualmente salisse qualcuno. Fui costretto a strapparla quasi con forza per evitare di venire troppo in fretta, la girai verso la parete e la penetrai così. Era scomodissimo, la differenza di altezza non permetteva di raggiungere la sincronia necessaria, mi lasciai andare sul pavimento e la tirai su di me, si impalò con piacere reciproco e finalmente iniziammo a fare l’amore bene, con rabbia e dolcezza, lui si godeva lo spettacolo e quando capì che mancava poco al termine, lo tirò fuori e lei lo accompagnò, masturbandolo, fino davanti al suo viso dove esplose schizzando e colandole sul seno. Fu il segnale, per lei e per me, che oramai era giunto anche il nostro momento di venire.

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