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lunedì 9 agosto 2010




Elisabetta

Aveva risposto anche lei al mio annuncio nel sito sadomaso, una e mail abbastanza tiepida e attendista, chiedeva informazioni più precise sui miei gusti e interessi sull’argomento. Dopo uno scambio di lettere a volte quotidiano e sempre più personali, si creò una simpatica ed intima amicizia fra due sconosciuti che coperti dall’anonimato, si erano raccontati molti più segreti di due vecchi amici. Infine mi scrisse chiaramente che poteva interessarle arrivare anche ad un incontro, dopo altre tappe per conoscerci meglio : chat, telefonate ed infine l’ incontro. Con una doverosa premessa. Il suo interesse era quello incontrare una persona matura, oltre i cinquant’anni che volesse creare una relazione duratura anche affettiva e che il suo desiderio era quello di essere sottomessa in maniera soft, sculacciata sul sedere nudo, poi posseduta con un rapporto protetto. Il tutto avrebbe dovuto svolgersi possibilmente a casa mia dopo una cena, un corteggiamento, delle effusioni reciproche, avrei dovuto farla stendere sulle mie ginocchia alzarle la gonna, abbassarle le mutandine e sculacciarla sonoramente. Certo che la ragazzina aveva le idee molto chiare. Accettai. Mi scrisse in seguito che fin da piccola aveva questa fantasia ed era riuscita anche a realizzarla, due anni prima, quando era ventenne. Aveva risposto ad un annuncio assolutamente complementare con la sua giovanile fantasia, inserito da un uomo di 48 anni. Si erano incontrati, ed era nata una piacevole relazione sessuale ed affettiva che aveva soddisfatto le sue curiosità. La storia era durata fino a quando non le impose un incontro al quale partecipò un’altra donna. L’esperienza le era piaciuta, non aveva mai avuto un rapporto sessuale con una ragazza, e l’essere costretta a baciarla intimamente, mentre lui la penetrava e sculacciava le aveva fatto scoprire un suo lato bisex che neppure conosceva. I successivi incontri furono sempre a tre fino al momento in cui lui le chiese di trasferirsi a vivere con loro spiegandole che la donna era la moglie : sconcertata dalla rivelazione interruppe immediatamente la relazione, rimanendo però con la sua fantasia ancor più viva, dopo averla sperimentata con successo. Quando le chiesi come mai fosse entrata in un sito di annunci sadomaso mi confessò di essere una visitatrice di siti porno, e che questa curiosità la portava anche a masturbarsi davanti ad immagini preferibilmente di donne che sottomettevano altre donne. Si descrisse come carina, piuttosto alta, capelli castani lunghi, magra con gambe belle e slanciate, non volle mai mandarmi una foto e invece ne chiese una mia, che le inviai. Rispose che le interessavo. Frequentava l’università e stava preparando la tesi. Accettando le modalità di incontro proposte da lei, le scrissi anche quali erano i miei desideri e fantasie, che avrebbero portato al medesimo risultato finale delle sculacciate, ma attraverso un percorso più tortuoso e più giocato sul suo ruolo di sottomessa. Non le anticipai nulla di preciso, perché dipendeva dalla sera, dall’incontro, da come sarebbe stata vestita da diverse varianti che era meglio lasciare al piacere dell’improvvisata. Chiarii subito che non prevedevo coinvolgimenti affettivi, se non la possibilità di una simpatica e duratura amicizia. Accettò anche lei, chiedendo solo che non vi fossero assolutamente forme di violenza fisica. Tutti questi scambi di e mail durarono qualche mese, alla fine mi disse che si sentiva eccitata quando era in chat e leggeva quello che le scrivevo, che era arrivata a masturbarsi e quindi riteneva prossima la possibilità di incontrarci. Io non avevo mai fatto pressione sull’argomento. Mi diede il numero del suo cellulare, ci sentimmo subito.
Aveva una vocina dolcissima e parlava molto lentamente. Scoprimmo di abitare a meno di un chilometro di distanza, nella stessa zona e fissammo un incontro la sera successiva. Era carina, non bellissima, un viso particolare con gli occhiali, ma per il resto era stata sincera : alta, magra, belle gambe, bei fianchi e stranamente timidissima. Era settembre e indossava una gonna sotto il ginocchio ed un maglioncino, scarpe basse e non portava calze. Non sembrava la stessa ragazza decisa ed esplicita che mi aveva scritto quelle mail e mi aveva chiesto quei giochi. Salì in auto e mi chiese subito se ero rimasto deluso, le rigirai la domanda e dopo aver sorriso cominciò a rilassarsi, ma come accordato precedentemente mi ribadì che non voleva che quella sera andassimo a casa mia. Girammo in auto senza una meta precisa, chiacchierando, poi una sosta in un piano bar, i discorsi erano arrivati da un po’ alle sue fantasie e si vedeva dal rossore del suo viso e dal nervosismo delle sue belle mani che l’argomento la eccitava. Così interrompendola mentre stava parlando le dissi con tono che non lasciava dubbi : ora vai alla toelette, ti togli le mutandine e ritorni qui senza. Obbedì senza fiatare e quando tornò le chiesi di mostrarmele, erano bianche e nella borsetta. Continuammo a chiacchierare per poco ed uscimmo, arrivati all’auto le aprii la posteriore e le dissi di salire dietro. Mi diressi verso la tangenziale e le chiesi di accendere la luce posteriore, di aprire le gambe dopo essersi sollevata la gonna e rimanere così fino a quando non l’autorizzassi a ricomporsi. Lo fece senza dire una parola. Dopo una decina di minuti le dissi di passare davanti scavalcando il sedile e che l’avrei riaccompagnata a casa. Mi chiese se avesse sbagliato qualcosa o non mi fosse piaciuta, la rassicurai dicendole che andava tutto bene, ora avrebbe dovuto solo andare a letto e masturbarsi. Mi chiese di baciarla prima di scendere, la sua lingua saettò nella mia bocca e non voleva smettere. Mi telefonò dopo una ventina di minuti per dirmi che era sola a casa e si stava masturbando su una poltrona. Mi chiese di poter venire l’indomani a casa mia. Le risposi solo, vedremo. Resistette due giorni poi mi telefonò dicendomi di essere eccitatissima, le piacevano le mie mani e se le immaginava mentre la sculacciavano, mi pregò di incontrarci quella sera. La invitai a casa mia alle dieci: le aprii la porta senza accendere la luce nell’anticamera, le dissi di togliersi gli occhiali e mettersi la mascherina che le porgevo sugli occhi, prima di entrare. L’accompagnai per mano in salotto dove accesi solo una luce bassissima e la feci sedere su un divano, era vestita esattamente come la prima sera e tremava. La lasciai in silenzio e senza vedere per più di dieci minuti senza sfiorarla e senza che potesse capire dove fossi, poi la feci sdraiare sui cuscini del divano accompagnandola per le spalle e sollevandole poi le gambe, senza dire una parola le tolsi le scarpe. Dopo una interminabile attesa la sfiorai con la lingua sulle labbra e sul viso, socchiuse la bocca e la baciai . Mi staccai e iniziai a sollevarle lentamente il maglione scoprendo i seni nudi, piccoli e sodi, la mia lingua sfiorò i suoi capezzoli fino a sentirli indurirsi e poterli stuzzicare con i denti. Scesi sul ventre con la lingua mentre la mia mano sollevava la gonna, le aprii le gambe e la leccai all’interno delle cosce, le presi una mano e dopo averle succhiato le dita l’accompagnai nelle sue mutandine, capì da sola cosa fare. Infilò il medio nel suo sesso e dopo averlo estratto umido e appiccicoso se lo portò alla bocca. Prendendola per le braccia la feci alzare e mi sedetti al suo posto, era davanti a me in piedi e le feci scivolare a terra gli slip prima di farla adagiare sulle mie ginocchia, la girai a pancia sotto e le alzai la gonna sul sedere. Volli aspettare che me lo chiedesse, poi iniziai a sculacciarla. Mi disse solo “ più forte” , mentre la sua mano era indaffarata a masturbarle il clitoride.
Durò qualche minuto poi la mia mano era indolenzita, ed il suo sedere arrossato. Feci una pausa per constatare quanto fosse eccitata e bagnata e capii che era il momento di farla inginocchiare sul divano e prenderla. Venne immediatamente appena entrai in lei e mi pregò di non smettere, infilò un orgasmo dopo l’altro chiedendomi poi di venire con lei. Questo gioco era piaciuto ad entrambi e consolidò una affinità di altri interessi che ci portò a frequentarci come due particolari amici. Ci sentivamo spesso, a volte andavamo al cinema o cena, ripetemmo anche l’incontro a casa mia, senza far diventare quel gioco un obbligo ne tanto meno una abitudine. Era un diversivo, piaceva a tutti e due e potevamo gestirlo come un simpatico sfogo delle nostre fantasie. Dopo un anno mi disse che aveva trovato un ragazzo che le piaceva e con il quale aveva fatto l’amore, ne fui felice e le chiesi se volesse interrompere i nostri incontri. Mi disse che non avevo capito nulla, che i nostri giochi non li avrebbe mai potuti proporre ad un ragazzo della sua età e che avrebbe voluto continuare a coltivare solo con me questo suo segreto. Non potevo che essere d’accordo.

2 commenti:

  1. Il racconto " Elisabetta " l'avevo giá letto e non credo proprio che sia apparso sul " Corriere " ..
    Comunque questi tre regalini estivi che fai ai tuoi lettori , sono un po' come questa stagione che dobbiamo affrontare ora : troppo caldi , troppo affollati e popolari , per i miei gusti ... hehe
    Non che non siano ben scritti o che trattino di argomenti poco interessanti .. tuttaltro !!
    È che io attraverso un periodo di " intolleranza all'esplicito " .. sará anche per la maniera come si é svolto il mio ultimo WeekEnd ..

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