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venerdì 19 novembre 2010





Voglia di tradimento

Nicoletta proseguiva nella sua evoluzione erotica, liberandosi da fantasie represse e confidandomi con la più assoluta sincerità i suoi desideri. La serata del compleanno di Fabrizio le aveva aperto nuovi armadi nei quali probabilmente teneva chiuse vecchie voglie. Confermandomi, anche se era stato più che evidente, il piacere che aveva provato quella sera guardandomi fare l’amore con Barbara, mi disse che le sarebbe piaciuto vedermi ancora fare sesso con un’altra. Precisando però che il particolare che più la eccitava era l’idea che lo facessi di nascosto da lei, voleva provare il piacere di essere tradita, aspettarmi a casa, masturbandosi, in attesa che poi le raccontassi tutti i particolari. Mi chiese di farlo informandola prima di quando sarebbe avvenuto. L’unica possibilità che dopo qualche settimana le proposi fu di un incontro che avrei potuto organizzare con una coppia. Non era quello che voleva. Mi disse allora che mi avrebbe trovato lei una ragazza. E mi spiegò come. Nella società dove lavoravamo, il nostro rapporto, ormai di convivenza, era completamente sconosciuto a tutti ed era una nostra costante premura tutelarci perché rimanesse tale. Nicoletta però era in quella ditta da dieci anni ed aveva un rapporto molto confidenziale con diverse colleghe con la stessa anzianità, alcune delle quali conoscevano anche le numerose avventure che Nico aveva avuto all’interno della ditta e sapevano anche che diversi incontri sessuali si erano svolti nel seminterrato, nei locali dell’archivio/cancelleria. Mi disse sorridendo che un paio di colleghe le avevano confessato che se ci avessi provato, loro non si sarebbero di certo tirate indietro alla proposta di una scappatella sessuale. Una, Federica, era molto amica e coetanea di Nico, piuttosto carina, mora, non molto alta, sposata, l’altra era in amministrazione, Renata, alta rossa, capelli corti, bella quarantenne, divorziata, con una figlia di diciassette anni della quale si diceva che fosse già più smaliziata della madre. Non fu difficile a Nico far credere a Federica che avevo manifestato un aperto interesse per lei. Mi fece sapere che l’interesse era reciproco e che se le avessi chiesto di uscire avrebbe accettato, mi chiarì anche che la collega era ben disposta a fare del sesso subito. Non potendo uscire facilmente alla sera da sola senza insospettire il marito e neppure rientrare molto tardi, non avrebbe certo perso l’opportunità di farsi una scopata la sera stessa. Così fu. Dopo una cena simpatica, durante la quale Federica chiarì che non era interessata ad una relazione, ma considerava quell’uscita una scappatella senza seguito, preferì i ribaltabili della Volvo famigliare ad un motel. Forse sapendo che da una scopata “una tantum”doveva trarne la miglior soddisfazione, Federica diede il meglio di se per godere dell’occasione, con mio graditissimo apprezzamento. Poco prima di mezzanotte entravo a casa e una luce dalla camera da letto mi avvisò che Nico stava aspettandomi sveglia. Anzi sveglissima. Nuda con un fallo di lattice davanti e un vibratore dietro, si stava accarezzando il clitoride, dal rossore e dalle occhiaie doveva essere già venuta parecchie volte. Le dissi di aspettarmi che avrei fatto una doccia, quasi mi gridò: “ spogliati, mettimelo subito in bocca e raccontami” L’idea del mio sesso ancora bagnato degli umori miei e di Federica che entrava e usciva dalla bocca di Nico di fece raggiungere subito una notevole erezione e quando si sfilò il vibratore da dietro e mi chiese di prenderla così e parlarle, ormai eravamo quasi sul punto di venire assieme. Fu una notte agitata che mi fece capire fino a dove poteva arrivare la voglia di Nicoletta. Dopo qualche sera ricordando l’episodio a letto, mi disse che aspettarmi e farsi raccontare, era stato terribilmente eccitante, ma l’immaginare quello che stavo facendo quella sera con Federica l’aveva lasciata con la voglia di guardarmi scopare con un’altra. Non pensavo a cosa mi avrebbe proposto dopo meno di un mese. Nico mi disse che anche Renata aveva fatto del sesso in archivio con un venditore e che si erano confessate questo reciproco segreto durante un momento di confidenza. Mi consigliò di seguirla con una scusa quando la vedevo scendere in quel seminterrato che le stuzzicava particolarmente la fantasia. La seguii un paio di volte, la prima scherzai solo sul fatto che eravamo soli e avrei potuto saltarle addosso. Rise maliziosamente. Dopo una settimana ci provai e non rifiutò di farsi abbracciare e baciare, le dissi che la terza volta che ci saremmo incontrati lì l’avrei scopata. Rise ancora, toccandomi il sesso sopra i pantaloni e rispondendo : “perché no”. Quando riferii quella risposta a Nico la vidi raggiante e alla sera mi spiegò perché. Nell’intervallo del pranzo, c’era chi andava al bar, chi a casa e chi si fermava a volte in ufficio mangiando un panino. Era quindi l’orario migliore per incontri clandestini in archivio, certi che nessuno sarebbe sceso fino alla riapertura. Nico lo sapeva bene. Con una scusa mi chiese di scendere con lei e una volta sotto mi portò dietro gli scaffali dei raccoglitori dell’archivio, dei veri muri. Pensai che volesse fare sesso lì, sarebbe stato la prima volta e non mi sarebbe dispiaciuto, invece mi mostrò, spostando leggermente un faldone che si poteva spiare una zona del deposito della cancelleria, illuminato e con una vecchia scrivania. Poi risalì in ufficio senza aspettarmi. A casa la sera mi spiegò. Voleva che dessi appuntamento durante la pausa pranzo a Renata e che la scopassi su quella scrivania. Nico sarebbe già stata giù prima che scendessimo, e ci avrebbe guardato da dietro i raccoglitori, potendosi tranquillamente masturbare. Due giorni dopo al mattino incrociando Renata sola alla macchinetta del caffè le dissi solo:” ti aspetto all’una e mezza, in archivio”. All’una io e Nico eravamo già sotto, entrambi eccitatissimi, Lei mi disse di mettermi dietro gli scaffali e guardare per capire come mettermi dopo con Renata. Si appoggiò alla scrivania col sedere e lentamente si alzò la gonna, mostrandomi che era nuda e iniziando a toccarsi. Se non ci fossimo fermati Renata ci avrebbe trovato così. Fortunatamente pochi minuti prima di sentirla scendere Nico aveva preso il mio posto dietro i raccoglitori ed io ero vicino alla scrivania. Renata si avvicinò e mi baciò subito con la lingua che sapeva di liquore. Un altro suo vizietto erano le bottigliette mignon che teneva nel cassetto della scrivania. Le mie mani furono presto sotto le sue gonne, nelle sue mutandine, bagnate, la spinsi in ginocchio e capì da sola cosa doveva fare. Mi girai mentre il mio sesso spariva nella sua bocca mettendomi nella posizione migliore per essere visto da Nico. Era decisamente un’esperta di quel trattamento e non aveva nessuna intenzione di smettere, perciò dovetti sollevarla di peso, girarla e farla appoggiare alla scrivania sui gomiti. Le sollevai completamente la gonna e rimasi incantato a guardarla, toccandomi. Era rossa originale, con gambe bellissime e pelle morbida e bianchissima. La presi di colpo entrando senza alcuna fatica in un sesso gocciolante di piacere, emise subito un gemito e dopo pochi movimenti la sentii venire. Continuai più lentamente, mentre la cingevo in vita con le braccia e con una mano le masturbavo il clitoride. Venne ancora più rumorosamente e finsi anch’io di venire togliendomi e coprendomi il sesso con un clinex. Si ricompose e le dissi di uscire prima di me. Appena fui certo che fosse uscita raggiunsi Nico e le dissi che non ero venuto. Era ancora con una mano fra le cosce e si inginocchiò continuando a masturbarsi fino a quando non mi scaricai nella sua bocca sentendola venire.

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