Graziella rientrò prima di me al Circolo, ma
quando arrivai non la vidi fra i tavoli esterni. Neppure Renata. Senza dare
nell’occhio entrai nel locale e sbirciai in cucina. Erano lì, tutte e due,
parlottavano ridacchiando ed ebbi la netta sensazione che le stesse raccontando
l’avventura di poco prima. Non mi vide e tornai fuori ad un tavolino. Quando uscì,
era raggiante, evidentemente il “giochino” l’aveva conquistata. Non mi fermai
perché era strapieno di gente e me ne andai a casa. Mi raggiunse come il solito
dopo mezzanotte, ero sul letto con un libro, voleva chiacchierare, commentare
sia gli avvenimenti del venerdì sera che quelli del sabato. Per provocarla non
le diedi molta corda e dissi che erano stati “diversivi” soft, che a Milano le
cose erano ben diverse. Scattò subito: ” allora perché non mi porti mai a
Milano?” Continuai a stuzzicarla.” Non so sei preparata!”. Si scatenò
buttandosi sul letto addosso a me fingendo di prendermi a pugni, poi sparò “
credo di avere un argomento per convincerti”. Ora il curioso ero diventato io e
le dissi che se l’argomento era valido, in settimana l’avrei portata in un
cinema a luci rosse di Milano. Fu diretta: “ so che ti scoperesti volentieri
Renata” e continuò ”io te la faccio trovare a letto a casa mia e tu mi porti a
Milano, così vedrai se non sono preparata”. Era una bella sfida, Graziella non
era pronta, era prontissima e lo sapevo. Voleva scaricare fantasie trasgressive
che aveva accumulato per anni e che con i miei racconti le erano apparse
facilmente realizzabili, e in parte aveva già iniziato a realizzarle in quel
fine settimana. L’idea di farmi Renata mi allettava, ci pensavo ma non ero
riuscito a scoprire come. Le chiesi come avrebbe organizzato l’incontro fra me
e Renata e soprattutto come mai fosse così sicura del risultato. Rispose
seria.” Renata da quando mio figlio non la scopa più ha sempre in mente di fare
sesso, suo marito ha l’amante e non la tocca più neanche con un dito, inoltre
le ho raccontato cosa abbiamo fatto in questi due ultimi giorni e quasi veniva
solo ascoltandomi." L’unica cosa credo che voglia farlo in un modo particolare.”.
Come?” chiesi subito incuriosito. Graziella continuò “ vuole rimanere ad occhi
bendati perché si vergogna”. Sorrisi e le dissi: ” Allora se avrà gli occhi
bendati, tu potresti stare a guardare, altrimenti non ci sto io, voglio
guardarti e capire se ti ecciti, non ti va?” Non rispose, ma mi salì prima sul
petto, poi a gambe aperte appoggiò il suo sesso sulla mia bocca. Non aveva le
mutandine, solo tanta voglia. Graziella era veramente un vulcano sempre in
azione, pronta ad ogni occasione per godere ed ero convinto che il limite
davanti al quale si sarebbe arresa dicendo” questo no” era ben lontano, forse
inesistente. Dopo la breve cavalcata sulla mia lingua che soddisfò
momentaneamente il suo piacere, le dissi: ”Allora quando mi porti Renata’”. “
lo sapevo che me lo avresti chiesto”, “leccavi me e pensavi già a lei”.” Prima
mi porti a Milano, poi ti faccio incontrare Renata”. Neanche per sogno, non mi
fido di te “ le dissi. Nacque una simpatica lotta, nudi sul letto per decidere
chi si doveva fidare dell’altro, nel gioco mi accorsi anche della forza che
aveva e del piacere che provava ad essere sottomessa e immobilizzata. Voleva
fare ancora sesso e dovetti allontanarla
con la forza per non cedere ai suoi tentativi. Volevo tenerla sulla corda e
farla rimanere eccitata per i prossimi avvenimenti. Vinse lei, mi dovetti
fidare della sua promessa e assicurarle che prima l’avrei portata a Milano, ma
quando volevo io, poi mi avrebbe combinato l’incontro con Renata.
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