L'unica gratificazione per chi scrive un blog è avere lettori che lo seguono inviando commenti e cliccano su UNISCITI A QUESTO SITO per ricevere gli avvisi dei nuovi post.

lunedì 25 giugno 2012

1) Un piacevole ricatto




Graziella rientrò prima di me al Circolo, ma quando arrivai non la vidi fra i tavoli esterni. Neppure Renata. Senza dare nell’occhio entrai nel locale e sbirciai in cucina. Erano lì, tutte e due, parlottavano ridacchiando ed ebbi la netta sensazione che le stesse raccontando l’avventura di poco prima. Non mi vide e tornai fuori ad un tavolino. Quando uscì, era raggiante, evidentemente il “giochino” l’aveva conquistata. Non mi fermai perché era strapieno di gente e me ne andai a casa. Mi raggiunse come il solito dopo mezzanotte, ero sul letto con un libro, voleva chiacchierare, commentare sia gli avvenimenti del venerdì sera che quelli del sabato. Per provocarla non le diedi molta corda e dissi che erano stati “diversivi” soft, che a Milano le cose erano ben diverse. Scattò subito: ” allora perché non mi porti mai a Milano?” Continuai a stuzzicarla.” Non so sei preparata!”. Si scatenò buttandosi sul letto addosso a me fingendo di prendermi a pugni, poi sparò “ credo di avere un argomento per convincerti”. Ora il curioso ero diventato io e le dissi che se l’argomento era valido, in settimana l’avrei portata in un cinema a luci rosse di Milano. Fu diretta: “ so che ti scoperesti volentieri Renata” e continuò ”io te la faccio trovare a letto a casa mia e tu mi porti a Milano, così vedrai se non sono preparata”. Era una bella sfida, Graziella non era pronta, era prontissima e lo sapevo. Voleva scaricare fantasie trasgressive che aveva accumulato per anni e che con i miei racconti le erano apparse facilmente realizzabili, e in parte aveva già iniziato a realizzarle in quel fine settimana. L’idea di farmi Renata mi allettava, ci pensavo ma non ero riuscito a scoprire come. Le chiesi come avrebbe organizzato l’incontro fra me e Renata e soprattutto come mai fosse così sicura del risultato. Rispose seria.” Renata da quando mio figlio non la scopa più ha sempre in mente di fare sesso, suo marito ha l’amante e non la tocca più neanche con un dito, inoltre le ho raccontato cosa abbiamo fatto in questi due ultimi giorni e quasi veniva solo ascoltandomi." L’unica cosa credo che voglia farlo in un modo particolare.”. Come?” chiesi subito incuriosito. Graziella continuò “ vuole rimanere ad occhi bendati perché si vergogna”. Sorrisi e le dissi: ” Allora se avrà gli occhi bendati, tu potresti stare a guardare, altrimenti non ci sto io, voglio guardarti e capire se ti ecciti, non ti va?” Non rispose, ma mi salì prima sul petto, poi a gambe aperte appoggiò il suo sesso sulla mia bocca. Non aveva le mutandine, solo tanta voglia. Graziella era veramente un vulcano sempre in azione, pronta ad ogni occasione per godere ed ero convinto che il limite davanti al quale si sarebbe arresa dicendo” questo no” era ben lontano, forse inesistente. Dopo la breve cavalcata sulla mia lingua che soddisfò momentaneamente il suo piacere, le dissi: ”Allora quando mi porti Renata’”. “ lo sapevo che me lo avresti chiesto”, “leccavi me e pensavi già a lei”.” Prima mi porti a Milano, poi ti faccio incontrare Renata”. Neanche per sogno, non mi fido di te “ le dissi. Nacque una simpatica lotta, nudi sul letto per decidere chi si doveva fidare dell’altro, nel gioco mi accorsi anche della forza che aveva e del piacere che provava ad essere sottomessa e immobilizzata. Voleva fare ancora  sesso e dovetti allontanarla con la forza per non cedere ai suoi tentativi. Volevo tenerla sulla corda e farla rimanere eccitata per i prossimi avvenimenti. Vinse lei, mi dovetti fidare della sua promessa e assicurarle che prima l’avrei portata a Milano, ma quando volevo io, poi mi avrebbe combinato l’incontro con Renata.

Nessun commento:

Posta un commento

Un invito ai lettori: i vostri commenti e opinioni sono una gratificazione per chi scrive il blog, mi farebbe piacere riceverne molti e avere lettori che si uniscono al blog cliccando su UNISCITI e seguendo il semplice percorso. Il sogno sarebbe creare una rete anonima di amici/lettori con i quali interagire virtulamente.