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martedì 11 settembre 2012



Viviana all'università

Sì, mi ero cacciato in un guaio, un piacevole guaio. Viviana mi piaceva da morire, quella prima esperienza sotto le stelle mi aveva incantato. La sua difficoltà a raggiungere un orgasmo senza una guida e contemporaneamente la sua giovane sensualità mi attraevano in modo morboso. Graziella ormai era lanciatissima verso la scoperta di esperienze sempre più trasgressive e non avevo nessuna intenzione di tarpare questo suo interesse. La sessualità Renata era un fuoco che esplodeva improvvisamente e non mi dispiacevano affatto i suoi exploit imprevisti. Il fatto certo era che, mentre a Graziella l’idea che potessi iniziare una storia di sesso con Viviana poteva interessare poco  ( a condizione che non facessi mancare a lei il suo divertimento) se invece Renata avesse scoperto che mi ero fatto sua figlia avrebbe fatto succedere un casino. Comunque, in questo intreccio di sesso forse più impegnativo delle mie possibilità di gestione, mi sembrava giusto esagerare aggiungendo anche la parte incompiuta della mia permanenza estiva al paesello: farmi la bella, misteriosa e taciturna Lidia. Lidia, moglie frustrata e trascurata di un marito alcolista, l’unica delle tre amiche che non fosse mai andata oltre un semplice saluto quando mi incrociava. Lidia, che probabilmente aveva capito tutte le nostre tresche, ma che non ne aveva mai fatto parola con le amiche del cuore. Lidia, assidua frequentatrice della chiesa, alta, un fisico forse leggermente androgino, che mi era capitato di vedere in costume da bagno al fiume, lasciandomi senza fiato, la bellezza e la perfezione di una statua di un atleta, pelle d’ambra e velluto. Lidia, che a Riccione spariva anche tutta la notte da sola e non raccontava mai alle amiche cosa avesse combinato. Stavo entrando in casa preso da questi pensieri e infilato sotto la porta trovai un bigliettino:” domani mattina vado a Milano per informazioni sull’università, alle 9 prendo il treno a Bergamo, a meno che qualcuno voglia passare lì a prendermi e darmi un passaggio … V.” L’idea più assurda mi passò subito per la mente e ritornai subito al Circolo. Aspettai che Graziella fosse sola e le dissi:” domani devo andare a Milano e mi fermerò anche a dormire, se mi raggiungi verso sera, potremmo cenare assieme e fare un giretto in uno di quei cinema che ancora non conosci”. Nei suoi occhi brillò un lampo perverso :” stai sicuro che ci sarò, però mi devi venire a prendere all’uscita dell’autostrada, se no mi perdo”. L’indomani alle 9, a Bergamo, Viviana invece di salire sul treno per Milano, saliva sulla mia auto. Il bacio sulla bocca fu caldo, breve e sapeva di caffè. L’avvisai subito che non avrei potuto riaccompagnarla perché mi sarei fermato a Milano, mi disse che era meglio così, perché alle 7 Renata l’aspettava alla stazione per portarla  a casa. Indossava una mini e una maglietta anche se il tempo stava cambiando e minacciava temporali, la tentazione di accarezzarle subito le gambe fu subito fortissima e mi dovetti trattenere perché Viviana ruppe subito l’incantesimo con un:”hai intenzione di scopare ancora con mia madre e con Graziella?” Mi venne voglia di risponderle “ vorrei farmi anche Lidia”, ma le dissi solo:” Perché me lo chiedi?” Fu velocissima e chiara:” perché vorrei scopare ancora con te e non mi va se lo fai anche con mia madre”. Ribattei :” e con Graziella?” Lei:” con la vedovella puoi fare quello che vuoi, gli servi solo per uno scopo” “E quale, se lo sai?” Lei “ l’ho sentita raccontare a mia madre i giochi che le piacciono e che fate, e a lei interessi solo per quello.” Fui immediato nel chiederle:” a te perché interessa scopare con me?” “ perché mi incuriosisci e non mi piacciono i ragazzini, ma non mi piace neanche essere usata”. Rimasi colpito da questa affermazione e accarezzandole un ginocchio, preferii cambiare discorso e le chiesi:” fai sempre fatica a venire quando scopi?” Velocissima la risposta:” con te è stata la mia terza scopata, e sono venuta per la prima volta nella mia vita” Ribattei:” ma se ti masturbi vieni?” ormai la mia mano si infilava fra le sue cosce, quando rispose:” non sempre, a volte sento solo piacere, ma non è un orgasmo, colpa dei ragazzi che ho avuto … gli interessava solo mettermelo in bocca e venire e poco gli importava cosa provavo io”. Mi fermai in una piazzola di sosta e baciandola arrivai con le dita oltre il bordo delle mutandine, era asciutta. Mentre continuavo a baciarla le dissi:” prova a toccarti ora e lasciati andare senza pensare a nulla”.Le presi la mano e le succhiai due dita fino a sentirle scaldarsi nella mia bocca, poi le accompagnai fra le sue labbra. Seguì la mia richiesta e baciandola sentii che si rilassava, dopo qualche minuto passò quelle dita, ora appiccicose, sulle mie labbra. Mi disse:” ora continua tu”. La portai più volte vicino all’orgasmo per poi fermarmi e alla fine sbottò” perché ti fermi?” Non le risposi, abbassai il  mio schienale e la portai su mi me, scostai lo slip e scivolai facilmente dentro di lei. Il suo sesso scottava e sembrava risucchiasse il mio, si muoveva lentamente, e questa volta senza chiederglielo iniziò a toccarsi e venne quasi subito rabbiosamente, senza però smettere di muoversi su e giù. Il secondo orgasmo fu più lento e sia ad arrivare che ad esaurirsi e si concluse solo quando mi sussurrò:” vienimi dentro, sto prendendo la pillola”.

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