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mercoledì 10 giugno 2009






Gabriella e Mauro

La fantasia sessuale di Marcella in poco tempo diventò irrefrenabile, una corsa verso la realizzazione di nuove esperienze e la ricerca di un limite che non capiva ancora se esistesse o no. Assecondarla o provocarla con altre mie fantasie era diventata quasi una sfida fra di noi, un gioco perverso, ma estremamente piacevole per entrambi. Guardando un video porno con un attore dotato di un sesso di dimensioni esagerate scattò in Marcella il desiderio di incontrare un single con le stesse caratteristiche e mi chiese di aiutarla a realizzare questa fantasia. Con un annuncio piuttosto sintetico, su una rivista per coppie, chiesi a chi si riteneva in possesso del requisito, una foto ed un numero di telefono per un rapido contatto. Arrivarono moltissime lettere al fermo posta. Ci divertimmo nell’effettuare una selezione e nel constatare che la maggior parte delle risposte erano di persone assolutamente minidotate anche cerebralmente. Solo tre erano interessanti, ma una in particolare colpì la nostra curiosità, per la foto e per il contenuto, simpatico e scritto correttamente. Non era di un single, ma di un lui di una coppia, era interessato a conoscerci, ma proponeva prima un incontro a tre con me e la sua ragazza. Marcella si eccitò all’idea di una mia esplorazione in avanscoperta e del sicuro successivo, racconto dei particolari dell’incontro. Chiamai Mauro e accettai un invito a cena per la sera successiva. Abitava in Carrobbio in uno strano e simpatico loft ricavato da una ex autorimessa: era il suo studio di fotografo, pittore, grafico e la sua abitazione. Trentenne, decisamente un bel ragazzo, con una fidanzata sarda molto carina. Gabriella, piccola, vivacissima ed estremamente sensuale. Raggiungeva a mala pena il metro e sessanta, esile, pelle bianchissima, capelli corti, neri come gli occhi, seno infantile e un sedere decisamente attraente. Era inverno e indossava un dolcevita nero, una minigonna nera larga e delle calze di lana spessa, guarda caso nere, e lunghe fin sopra il ginocchio. Un look tutto sommato eccitante, non usava scarpe. La cena cinese, take away, con molto vino e un po’ d’erba, consumata seduti su tappeti e cuscini era allegra, il clima da vecchi amici, Gabriella disinvoltamente mostrava spesso e senza apparente malizia, le mutandine , nere ovviamente. Il tempo passò piacevolmente con una conversazione simpatica e chiarificatrice sui reciproci interessi sessuali e sulla curiosità di Marcella di incontrare un superdotato. Su quel soppalco in fianco l’enorme tappeto tra il kicht e il bohemienne c’era un letto stile giapponese. Il caldo, l’alcool e l’atmosfera convinse Gabriella a togliersi il maglione e rimanere con la sola gonna e le calze, mentre mi spiegava che da tempo voleva essere posseduta contemporaneamente davanti e dietro. Llui non poteva accontentarla per le dimensioni del suo membro, quindi fino al momento si erano arrangiati giocando con falli di lattice. Per questo motivo Mauro aveva preso al volo il mio annuncio e le aveva proposto l’incontro a tre. Una specie di “scambio di favori”. Il loro rapporto era aperto, anche se solo Mauro aveva avuto incontri con altre coppie. Per lei era la prima volta. Mentre mi dava queste spiegazioni Gabri gli aveva estratto dai pantaloni un sesso, non ancora eccitato, ma già sufficiente ha dimostrare quanto fosse esatto definire il proprietario un superdotato. In effetti sembrava molto difficile con quell’affare riuscire sodomizzare la fidanzatina. Mentre lo manipolava con una mano che sembrava ancor più piccola, mi attirò a sé e mi infilò la lingua in bocca. Era strano, “giocando” raramente ci si scambiava una intimità come quella, probabilmente lei lo riteneva normale. Non mi dispiacque e continuai fino a quando lei non decise di smettere per accogliere in bocca il sesso di Mauro. Entrava e usciva agevolmente e lei si dedicò a quella attività con passione e straordinaria abilità. Mauro non raggiunse mai una erezione totale, ma la consistenza e la dimensione erano comunque davvero notevoli. Per svolgere quel lavoro Gabri si era messa in ginocchio offrendomi volutamente la vista del suo sedere e delle sue mutandine. Un invito che accettai subito. Sfilai la gonna e rimasi a guardarla un po’ in quella posizione. Era eccitante, sembrava una ragazzina, solo con calzettoni e slip neri, in effetti aveva ventiquattro anni. Le accarezzai la schiena e scesi fino a passare un dito fra le mutandine ed il suo sesso. Aveva un pelo lungo e morbido, dopo qualche passaggio del dito diventò anche umidiccio. Evidentemente era già eccitata, abbassai lo slip e la masturbai fino a quando i suoi umori erano sufficienti a lubrificare entrambe le sue aperture e la penetrai davanti prima con un dito, poi due. Le accoglieva comodamente e portando la sua mano dietro sulla schiena mi segnalò con le dita il numero tre. L’accontentai subito, mentre con un contorsionismo si sfilavo lo slip, senza perdere contatto con la bocca dal sesso di Mauro e senza far uscire le mie dita. Mi ritrovai con le sue mutandine arrotolate sul mio braccio. Iniziò a godere, prima con un mugolio, poi sempre più forte, per espodere in singhiozzi quando il mio pollice la penetrò dietro. Credevo che il suo piacere sarebbe lentamente scemato, come normale, al contrario scivolò sulle gambe di Mauro fino a trovarsi sopra il suo sesso e lo fece sparire tutto dentro di se con una smorfia di piacere. Iniziò una cavalcata con aggiunta di rotazioni del bacino che mi fece sentire per un attimo fuori dal gioco. Mi ripresi dall’ammirare quello spettacolo, mi spogliai e mi presentai davanti al suo viso col mio sesso. Prima lo masturbò poi, costringendosi a rallentare la sua galoppata, lo prese in bocca, ma non per succhiarlo, ma per farlo sparire fino in fondo alla gola. La stavo scopando in bocca e per migliorare la sensazione non potei fare altro che aiutarla con una mano dietro la nuca. Ero senza fiato e sconvolto dalla disponibilità delle aperture della maestrina. Decise lei quando smettere e indovinò che non avrei potuto resistere ancora molto: si piegò completamente baciando Mauro in bocca e porgendomi il suo posteriore mi spinse dietro di lei ed invitandomi a penetrarla. Rimase ferma, con lui dentro davanti e portò le mani sulle natiche aprendosi e offrendosi a me dietro. Non fu facile penetrarla in quella posizione ma una volta trovata la via mi stupii di quanto elastica fosse anche in quella parte del corpo. Quando finalmente ci aveva accolto entrambi, ci chiese di muoverci adagio e contemporaneamente e di non smettere fino a quando saremmo venuti. Il suo piacere era totale e la lentezza obbligata dei nostri movimenti ci mise in condizione di non poter accelerare il nostro orgasmo, favorendo invece il susseguirsi dei suoi. Era completamente rilassata, il suo tono muscolare si ridestava solo mentre godeva e per il tempo che precedeva l’ orgasmo contraeva i muscoli delle sue aperture, per sentirci meglio. In una di quelle sue contrazioni venni, a lungo e continuai fino a quando si sfilò da solo da lei. Mauro era in trance e le disse” vuoi provare ora?”La preparazione era stata buona e questa volta Gabri riuscì ad accoglierlo e sentirlo venire dentro di lei. Erano solo le due quando tornai a casa e raccontai a Marcella lo svolgimento della serata: dovette masturbarsi più volte per calmare l’eccitazione di incontrare Mauro il più presto possibile. Ma la mia idea era quella di ritardare con delle scuse questo incontro e farlo avvenire senza avvisarla, così tornò comodo la notizia che Mauro fosse in partenza per Cagliari dove Gabriella frequentava l’università. Mi avrebbe richiamato al suo ritorno a Milano.

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