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giovedì 30 luglio 2009







Un noto personaggio politico.

Quando ricevemmo l’invito da una coppia, che conoscevamo bene, a partecipare ad una festicciola nel piedaterre milanese di un loro amico di una certa età, chiedemmo ulteriori informazioni. Ci assicurarono che il il padrone di casa era un noto personaggio politico milanese, offriva ospitalità solo ad un numero limitato di coppie per serate divertenti e di buon gusto, chiedendo solo la massima riservatezza sulla sua presenza ed il suo nome. Infatti non ci fecero il suo nome, dicendo che se avessimo accettato lo avremmo conosciuto al momento. La curiosità e l’idea di conoscere coppie nuove, probabilmente piacevoli ci fece accettare, anche garantiti dal fatto che quella coppia che ci aveva invitato aveva partecipato già ad altre feste del genere e si presentavano come gli organizzatori della serata. Il piedaterre era in effetti un attico di non so quanti locali in via Fabio Filzi, occupato dal personaggio romano nei suoi soggiorni milanesi. Era metà dicembre ed un enorme panettone salato tipico della pasticceria Excelsa troneggiava su un tavolino di marmo dove una gigantesca coppa d’argento ricolma di giaccio ospitava quattro bottiglie di Moet. Luisa la nostra amica fece le presentazioni: eravamo quattro coppie, più altre due ragazze, molto carine ed eleganti, il padrone di casa sarebbe arrivato più tardi. Stappammo, brindammo alla compagnia e Luisa abbassate le luci si mise a ballare spogliandosi lentamente aiutata da Carlo il marito, le coppie sui divani iniziarono a giocare fra di loro e dopo una decina di minuti cominciarono gli incroci e gli scambi. Le due ragazze delle altre coppie, mai viste si conoscevano già bene, perché sul tappeto diedero vita ad un appassionato amplesso che attirò l’attenzione di tutti, anche del padrone di casa, apparso silenziosamente, in abito blu, camicia e cravatta. In televisione sembrava più piccolo e più giovane, era probabilmente vicino alla settantina, alto e sicuramente affascinante. Non disse una parola, si sedette su un divano e accese una sigaretta. La festa era in pieno svolgimento, gli uomini erano nudi, mentre le ragazze erano rimaste con autoreggenti o reggicalze, le coppie si erano mescolate più volte, quando si tolse finalmente la giacca e la cravatta e si unì alla mischia sulla moquette panna. Accarezzava, leccava con calma e con abilità, al punto che la ragazza oggetto di quella attenzione ansimava e si agitava con fremiti continui. Luisa si avvicinò a lui che ormai era il centro della curiosità per tutti noi e iniziò a spogliarlo, prima la camicia, mettendo a nudo un petto muscoloso, con pelo bianco e …. numerosi tatuaggi, certamente di vecchissima data. Gli slacciò i pantaloni e prima di sfilarglieli estrasse il membro, molle ma già di generose dimensioni. Lo leccò, masturbò quasi senza alcun risultato, finì di spogliarlo e prese per mano Marcella sussurrandole qualcosa e la vidi inginocchiarsi a gambe aperte sulla bocca del tipo che con la lingua doveva saper fare cose egregie dall’ansimare che le procurava. Come per un accordo silenzioso le quattro ragazze si alternavano offrendo la bocca od il sesso al vecchio fortunato, mentre noi consolavamo le due non impegnate con lui. Dopo che ebbe avuto le cure di tutte e quattro le bocche femminili il sesso del padrone di casa aveva raggiunto una dimensione e una rigidità a dir poco impressionante. Per prima si sacrificò su quel totem Luisa, mentre Marcella aveva ripreso la sua posizione col sesso sulla bocca del tipo mentre leccava il seno a Luisa. La durata di quella scopata fu impressionante e Luisa crollò letteralmente sfinita dopo una serie di orgasmi, mentre il membro svettava ancora in perfette condizioni. Marcella non perse un secondo e prese il posto di Luisa, ripetendo lo stesso risultato di sfinirsi senza riuscire a farlo venire. Ci provarono logicamente anche le altre due ragazze, ma la politica stese anche loro. A noi erano rimaste quattro ragazze sfatte che non desideravano per il momento essere neppure sfiorate, ma circondando il dispensatore di orgasmi, masturbavano a turno quel sesso con una frenesia che rasentava la rabbia. Quando riuscirono a farlo venire per un attimo credemmo tutti che stesse morendo, sussulti, spasmi, contrazioni, urla roche per almeno due minuti, e solo due gocce di sperma. Le ragazze soddisfatte e rifocillate con champagne e tramezzini avevano ripreso le forze e ridendo ci dissero: ora tocca a voi. Finalmente.





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