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mercoledì 15 luglio 2009





Il distinto anziano

La voglia di sperimentare nuove emozioni sessuali forse stimolata dall’incontro con il maturo giornalista fece scattare in Marcella la libidine di provocare uomini decisamente maturi. Non me lo disse, ma me lo fece capire chiaramente una sera che entrati per l’ultimo spettacolo nella galleria dello Zenith in cerca di avventure con coppie o singoli. Ci trovammo soli con un unico spettatore, un anziano molto distinto che avevamo già incontrato spesso in quella sala. Si sedeva abitualmente nella fila davanti alla nostra e regolarmente Marcella mi chiedeva di spostarci. Discretamente, non insisteva nel seguirci. Quella sera, dato che la galleria era vuota proposi di uscire subito, Marcella disse di volersi fermare un po’ e ci sedemmo verso le ultime file in alto in una posizione centrale. Una caratteristica della galleria dello Zenith era che si accedeva o da due corridoi laterali e si risalivano delle scale che davano sulle file di poltrone oppure si saliva posteriormente entrando direttamente dietro l’ultima fila, rialzata al punto che stando in piedi lì, spuntava solo il busto delle persone. Questa particolarità favoriva ovviamente chi stazionava in quel punto e poteva fare quello che voleva senza essere visto. Era maggio e Marcella già non portava più le calze, aveva una gonna a fiori, larga, lunga ed un giubbino. Come previsto dopo pochi minuti il nostro uomo lentamente si spostò dal suo sedile, salì le scale e si infilò nella fila prima della nostra, piazzandosi a sedere davanti a me. Marcella non mi disse nulla ed il fatto mi stupì. Il tipo si girava regolarmente avendo la testa all’altezza delle ginocchia di Marcella sperando di sbirciare sotto le gonne, inutilmente perché erano completamente coperte. Impercettibilmente lei iniziò a sollevare la gonna fermandosi quando spuntarono le ginocchia, la mossa non sfuggì al vecchietto che ormai stava con la testa girata verso di lei più di quanto la indirizzasse allo schermo. Quando accavallò le gambe permettendogli di seguire tutto il movimento al rallentatore il nostro osservatore prese coraggio e si infilò una mano in tasca masturbandosi e girandosi per farsi vedere da Marcella. Evidentemente eccitata scavallò le gambe e le socchiuse quel tanto sufficiente a far vedere che non indossava altro, il tipo cominciò ad ansimare e lei le chiuse subito. Continuò questo gioco apri e chiudi e quando terminato l’intervallo si rispensero le luci, mi toccò ed slacciandomi i pantaloni iniziò a masturbarmi. Per il tipo fu l’autorizzazione a smettere il faticoso lavorio con la mano in tasca ed estrarre un membro da far invidia ad un ventenne. La manipolazione effettuata durante il primo tempo lo aveva portato ad un grado di eccitazione tale che spinse Marcella a darmi un colpetto col gomito ed indicarmi quell’affare di esuberante dimensione. Logicamente quella visione la eccitò e vista la tranquillità nella sala appoggiò i piedi sulla poltrona davanti spalancando le gambe e sconvolgendo letteralmente l’ammiratore che perdendo ogni controllo si alzò dal sedile ed inginocchiandosi su quello davanti a Marcella affondò la testa fra le sue gambe leccandola come un invasato. A quel punto non mi rimaneva altro che lasciar condurre il gioco a lei. Dopo pochi minuti infatti mi sussurrò “ andiamo” e si alzò lasciando il tipo stupefatto. Credetti che si fosse stancata e volesse uscire, salì fino all’ultima fila e ancora pensai che volesse usare quella uscita, la più vicina. Si fermò dietro l’ultima fila di poltrone nella posizione protetta da eventuali improbabili visite della maschera e si appoggiò con un braccio alla spalliera di una poltroncina. Solo a quel punto capii cosa voleva. Mi misi dietro di lei, le alzai la gonna e raggiunsi con le dita il suo sesso incrociandomi con quelle dell’altra sua mano che torturavano piacevolmente il clitoride. Allargò le gambe e sporse il sedere indietro. Un invito chiaro a farsi penetrare. Venne la prima volta in pochi secondi guardando il distinto signore che risalite le scale si era affiancato a noi e si stava masturbando. Marcella allungò una mano e iniziò a masturbare quel sesso che il distinto signore le porgeva in piedi mentre continuavo a penetrarla da dietro. Infilò una serie di orgasmi che insieme alla perversione della situazione mi avrebbero fatto venire velocemente, ma mi tolsi lasciandola ancora insoddisfatta. Si avvicinò il gentiluomo che Marcella si guardò bene di rifiutare. Si abbassò dietro di lei, prima la leccò lungamente ed infine la penetrò senza che lei si opponesse, procurandole ulteriori orgasmi mentre piegatasi verso di me accoglieva il mio sesso nella sua bocca.
Eravamo entrambi sul punto di venire quando lui di scatto uscì da lei e con un rantolo venne sul pavimento masturbandosi. Salutò e sparì un attimo prima che io venissi nella bocca di Marcella. Uscendo la maschera ci sorrise con complicità e tornati a casa dopo le abluzioni necessarie riprendemmo a fare l’amore con la stessa voglia di quando eravamo usciti.

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