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venerdì 2 ottobre 2009








Havana Club

Marcella rimase molto eccitata ascoltando il racconto del mio incontro con gli esuli da Cuba e la domenica quando, verso mezzogiorno, mi ripresi, volle sapere tutti i particolari della serata. Chiederle se volesse conoscerli era inutile. Mi disse di si. Dopo qualche giorno li cercai al Residence, ma non vollero passarmeli al telefono perché non conoscevo neppure il loro nome, lasciai il mio numero di telefono chiedendo che venisse comunicato loro. Mi chiamarono alla sera, allegri come al solito, e spiegai che avevo parlato di loro con la mia ragazza e avremmo voluto incontrarci in quattro per una cena in una churrascheria Milanese. Accettarono di buon grado l’invito per il venerdì seguente e finalmente mi lasciarono il numero diretto del loro appartamento. Il giorno dopo mi chiamò Mauro dicendo molto esplicitamente che avrebbe voluto rivederci per una serata di sesso. L’idea che un tipo dotato come Mauro potesse interessare alla cubana mi passò come un lampo, quindi li chiamai spiegando che avremmo potuto aggiungere alla serata un amico super dotato e bisex. Furono entusiasti della proposta. Il venerdì la cena a base di carne e vino stimolò i nostri desideri e quando Marcella propose che avremmo potuto finire la serata a casa sua con una bottiglia di rhum, trovò tutti d’accordo, in particolare la cubana. L’appartamentino di Marcella era un monolocale praticamente occupato quasi totalmente da un letto a tre piazze, da un cucinino e un anticamera armadio. In cinque, già alticci non avevamo altra soluzione che trovar posto sul letto ed iniziare a spogliarci e provocarci ridendo. La bottiglia di Bacardi grazie al contributo della cantante dell’Avana si esaurì presto. In poco tempo la situazione era da film porno. Marcella a gambe spalancate si faceva leccare come una forsennata dalla cubana in ginocchio che le ridusse il sesso ad un livello di gonfiore spaventoso. Mauro in piedi davanti a Marcella si masturbava offrendolo alla sua bocca e alla mano dell’ingegnere che sorprendentemente rivelò un interesse particolare per le dimensioni di quel pene. Come ebbe un invito a penetrarlo il biondino non perse tempo per accontentarlo, con un risultato sorprendente, il sesso di Mauro con quel trattamento nel posteriore era diventato enorme e tesissimo, per il piacere di Marcella che lo masturbava. Io nella mischia riservavo il mio pene al sesso rosa dello scultoreo sedere nero. Diventò indispensabile cambiare posizione perché Marcella, dopo essere venuta infinite volte era ancora in uno stato di eccitazione tale che sembrava che le sue grandi labbra avessero subito un trauma, talmente erano gonfie, mi chiese di far smettere la cubana e di scoparla subito. Il membro di Mauro sostituì il mio e poi si dedicò al secondo canale della insaziabile caraibica e con un pò di fatica la penetrò. Finalmente vedemmo la morettona godere veramente sotto i colpi di Mauro urlando e rantolando come un animale, mentre l’ingegnere eccitatissimo dallo spettacolo si masturbava e veniva fra le natiche di Mauro. A quello spettacolo sia io che Marcella ci abbandonammo ad un orgasmo interminabile. Erano solo le due, e stravolti come immaginabile uscimmo in cerca di una pizzeria.

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