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domenica 6 giugno 2010



Cosmopolitan III°: Giancarla

Giancarla al contrario fu molto sbrigativa al telefono, disse che le era piaciuto quell’annuncio che interpretava i suoi interessi, che non le piaceva stare al telefono e che avrebbe conosciuto volentieri chi l’aveva pubblicato. Fissato un appuntamento ci incontrammo ad Inverigo per parcheggio della famosa gelateria. Anche in questa occasione la sorpresa di veder scendere dalla R5 rossa una ragazza molto bella e ben fatta mi fece congratulare con me stesso per aver messo quella inserzione. Allegra, simpatica, sensuale, abbigliamento sobriamente sexy, bel sorriso, ricordava la prima cantante dei Matia Bazar, mi chiese di andare in un piano bar della zona per parlare un po’ dell’annuncio. Aveva ventiquattro anni ed un figlio di sei, separata dal marito, delusa dai coetanei, voleva conoscere un uomo della mia età per una relazione che non escludesse la possibilità di una storia duratura ed una eventuale convivenza. Molto aperta e mi raccontò anche di serate passate con l’ex marito in locali per coppie, definendole piacevoli diversivi e lasciandomi intendere che non le sarebbe dispiaciuto approfondire quelle esperienze. Fu sincera anche nel dirmi che aveva risposto già ad annunci di uomini soli, aveva avuto una relazione con un avvocato, con il quale si trovava bene ed aveva anche passato serate particolari: me descrisse una, nella quale lui la portò ad una festa in una villa di Lecco, dove partecipò ad un’orgia vera e propria. Lo lasciò appena si accorse che era sposato e la stava usando come amante e compagna di giochi particolari. Uscimmo parecchie sere assieme e pur essendo molto disinibita nei discorsi, interessata e stimolata dai racconti delle mie esperienze, accettava ogni genere di gioco in auto, ma si rifiutava di scopare. La scusa era che l’auto non era adatta per far bene l’amore e con la promessa che sarebbe venuta a casa mia appena fosse riuscita a trovare una sistemazione notturna per il figlio. Non era infrequente che riuscisse ad affidare il bambino alla nonna per il sabato sera, era una concessione che la cara vecchietta faceva volentieri per lasciare un po’ di libertà alla figlia sfortunata. Ne approfittammo per andare a cena in un localino di Via Bramante. Era stupenda, tailleurino nero con minigonna, calze velate nere, capelli nerissimi corti e spettinati, mani bianchissime e curate ed un seno libero sotto la giacchina che si intravedeva con piacere per la vista, ci provocammo reciprocamente con proposte gastrosessuali e poi di corsa da me. In ascensore iniziammo a baciarci furiosamente, ma una volta in salotto scappò maliziosamente dal divano dove l’avevo posata e si sedette nella poltrona di fronte. Si tolse le scarpe e allungò le gambe posando i piedi sulle mie ginocchia. Risalì fino ad accarezzare il mio sesso eccitato massaggiandolo, nel fare questa operazione maliziosamente si alzò la minigonna mostrandomi il candore delle sue cosce al termine delle autoreggenti. Ci sapeva fare la mammina, non voleva correre e accettai il gioco. Mi misi seduto per terra di fronte a lei e aprendole le gambe iniziai a leccarle le cosce all’inguine e a farle sentire la lingua attraverso le mutandine che non scostai fino a quando non le sentii intrise dei suoi umori. Le slacciai la giacca e come previsto era nuda, passai ogni millimetro della sua pelle con la lingua e scendendo sul ventre le aprii la lampo e feci scivolare via la gonna. La stesi sul divano e la baciai a lungo sulla bocca, sul collo e mi stesi al suo fianco, mi salì sopra e slacciandomi i pantaloni liberò la mia voglia sfregandosela fra le cosce e gli slip, ansimava e aspettava solo che le togliessi le mutandine per penetrarla. Ma volevo continuare il gioco e ci riuscii finche non resistette e spostando il tessuto indirizzò il mio sesso dentro di lei. Trovammo subito un affiatamento di ritmi e posizioni come in una coppia collaudata da anni di intimità. Non mi meravigliai affatto che, quando la provocai dietro con un dito, mi chiedesse se possedessi un fallo di gomma non molto grosso per essere penetrata dietro mentre facevamo l’amore. La riaccompagnai a casa alle sette della domenica ed in auto lungo il tragitto la voglia di toccarci non era ancora esaurita e le nostre mani frugavano ancora nei reciproci sessi. Ci vedevamo durante la settimana, alla sera, per brevi incontri in auto o a bere qualcosa, ma alle dieci rientrava. In uno di questi incontri ritornai sull’argomento “trasgressioni” e mi disse chiaramente di non essere particolarmente attratta da esibizionismi in auto o al cinema, ma di aver voglia di ritornare in qualche locale di scambisti, evitando però quello in zona dove era stata più volte col marito. Il sabato seguente dopo una cenetta propiziatoria a mezzanotte entrammo in club in una zona del centro. Locale molto bello e ben frequentato. Giancarla era smagliante e carica. La sua voglia di giocare traspariva persino dai suoi occhi, ma come suo carattere, voleva scegliere, il momento, la situazione, le persone. Curiosava nei separè, senza decidere se partecipare a un gruppo o meno. Alla fine senza quasi avvisarmi la vidi entrare in un salottino con divani dove una coppia giovanissima stava facendo del sesso sfrenato sotto gli occhi un anziano spettatore decisamente vicino alla settantina, molto elegante e distinto, rimanendo nel divano di fronte, guardava masturbandosi. Gianca prima si avvicinò alla coppia, poi dopo essere stata accettata si diede da fare con entrambi. Dopo qualche minuto che osservavo in piedi stando sulla porta, mi invitò ad inserirmi nel gruppo. Giocammo a lungo e piacevolmente, sotto lo sguardo del nostro anziano spettatore, poi Giancarla si alzò e passò sul divano di fronte e rimase a guardare noi tre continuare. Intanto aveva iniziato a masturbare il solitario amico. Gli sussurrò qualcosa all’orecchio e mi fece segno di raggiungerli. Mi sdraiò sul divanetto e mi salì sopra chiedendomi di penetrarla subito. Il suo posteriore era sotto gli occhi del vecchietto e quando lei con le due manine dilatò le natiche come un invito, non esitò ad penetrarla dietro. Gianca godeva e mi diceva farfugliando che aveva impiegato del tempo ma aveva trovato la misura giusta per la sua porta posteriore. Il tipo ci sapeva anche fare e riusciva a non farlo mai uscire non ostante la scomodità della posizione. E soprattutto non veniva mai, con gran piacere per lei. Io trascinato da un orgasmo di Giancarla invece decisi di venire assieme a lei e dopo qualche minuto scivolai fuori. Fu il momento che il tipo forse aspettava, perché cambio canale e forse eccitato dalla lubrificazione esistente, venne con un quasi rantolo. Dopo esserci ricomposti, al bar incontrammo il tipo “vintage” che allungando a Giancarla un biglietto da visita ci invito il sabato successivo a cena da lui. Fu l’ultima volta che la vidi, ci sentimmo ancora al telefono, ma la sua sincerità nel chiedermi se volessi andare a vivere con lei mi gelò completamente e le dissi di no. Ancor più sinceramente mi disse che allora sarebbe andata da sola a cena dal nostro nuovo conoscente. Finì così un incontro piacevole che in quel periodo della mia vita però valeva molto meno della mia libertà.

1 commento:

  1. Ogni volta mi compiaccio sempre piú per aver incontrato il tuo Blog , Luciano !!
    Oggi , dopo aver divorato i tre ultimi Post , non solo mi sento sessualmente carica , ma credo di aver usato anche il cervellino per fare qualche considerazione interessante ...
    L'idea che GianCarla abbia solo " considerato " un settantenne come " potenziale partner sessuale " mi ha fatto rabbrividire - inizialmente !!
    Leggendo poi .. gli " sviluppi " della situazione , mi sono accorta come possa essere utile eliminare , dalle proprie menti , certi pre-concetti e preclusioni .
    Ecco .. direi che - leggendoti - una si convinca sempre piú che la sessualitá va vissuta senza-pensarci-su-troppo : forse , é questo il comune denominatore , importante , dei tre raccontini , che mi sono affrettata a giudicare ECCITANTI !!

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