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mercoledì 7 settembre 2011



Un brunch particolare. (prima parte)


Era passato più di un mese da quando avevo provocato Nicoletta e non c’erano novità sulla serata particolare che doveva organizzare lei. In compenso il caldo era arrivato ferocemente a Milano e ne avevamo approfittato per cercare di notte “fresco e distrazioni” in giro per i soliti posti di guardoni e coppiette, che, grazie alla temperatura, si erano moltiplicati. Nico aveva dato prova di poter contare su una libidine veramente sfrenata. Il periodo dell’esibizionismo puro era finito ed ora aveva mollato il freno alla voglia di farsi scopare. Non era strano che dopo una “fermata sexy” in qualche luogo tranquillo, dopo essersi fatta possedere a turno dagli occupanti delle auto di guardoni che ci avevano seguiti, mi chiedesse di fare un altro giro, da qualche altra parte. E … rientrati a casa, quasi all’alba, mi chiedesse di fare l’amore. Quando mi disse che la domenica seguente saremmo andati ad un brunch da gente che io non conoscevo, quasi non collegavo l’invito alla famosa serata che doveva organizzare lei. Però quando mi spiegò che sarebbe stata una giornata particolare, accettai senza fare altre domande, era arrivato il suo momento. Il sabato precedente preferimmo rimanere a casa e la domenica alle nove ci dirigevamo verso l’Idroscalo, guidava lei. Si fermò davanti ad una strana costruzione che avevo visto mille volte, sembrava un fortino, alte mura sovrastate da filo spinato, circondano una costruzione della quale si vedeva a malapena il tetto e alti alberi spuntavano qua e la. Al citofono del passo carraio disse i nostri nomi e il cancello si aprì. Era incredibile. Una villa d’epoca, a due piani, circondata da un parco che si perdeva a vista d’occhio e l’azzurro di una piscina che si intravedeva fra cespugli di ortensie. Il muro non si vedeva più, coperto da alberi e piante. Intorno non c’erano case, praticamente un’oasi nella bruttura di quella periferia. Gli unici che potevano osservare gli occupanti di quel posto erano gli aerei che a volte passavano in cielo sulle nostre teste. Scendemmo con l’auto in un garage, dove erano parcheggiate una decina di auto, la più economica era una BMW cabrio.
Scesi dall’auto ci venne incontro, con mia grande sorpresa Max, facendo gli onori di casa per conto dei proprietari, suoi conoscenti. Con un ascensore salimmo all’ingresso, che definire particolare era poco: un salone con una piccola piscina rettangolare, due lunghissimi tappeti ai lati, statue di marmo, quadri antichi, fiori. In acqua una coppia giovanissima, nuda, si abbracciava, giocando. Seguimmo Max che uscito dal salone, ci affidò ad un ragazzo di colore, dicendoci: “vi lascio in buone mani”. Nico era incantata dal tipo, sembrava l’incarnazione della sensualità, alto, bello, un sorriso con 48 denti bianchissimi, muscoloso e … con solo un piccolo pareo di lino bianco sui fianchi. Ci fece da guida lungo una scala che scendeva aprendosi su specie di palestra, ci accompagnò ad uno spogliatoio e con l’immancabile sorriso ci spiegò di avvisarlo quando eravamo pronti, con i parei bianchi che ci aspettavano. Io e Nico ci guardammo con una gran voglia di scoppiare a ridere per soffocare la curiosità nervosa che ci stava invadendo. Mi disse solo, con un sorrisetto diabolico: “ non è farina del mio sacco, ho chiesto aiuto a Max, per organizzare qualcosa di carino.”Carlos, così si chiamava il nostro “assistente” ci precedette in una sala esagonale completamente rivestita di marmo bianco, al centro una fontana anch’essa esagonale con muretti che potevano sembrare esattamente dei lettini per una persona. Un vapore caldo, profumato e per nulla fastidioso saturava l’ambiente, rendendo la visibilità evanescente. Nei due angoli opposti, fontanelle facevano scendere acqua in due lavelli posti a terra, a forma di conchiglia. Ai lati due panche sempre di marmo. Luci colorate cambiavano d’intensità seguendo le note di una musica zen. Il tutto sembrava la copia, in scala ridotta, di un celebre hammam di Istambul. Ci sdraiammo ai bordi della fontana accarezzati dall’umido calore e il ragazzo uscì. Dopo una decina di minuti la nostra pelle era lucida di sudore e vapore, Carlos rientrò accompagnando un’altra coppia, molto giovane, anche loro già col solito piccolo pareo bianco. Lui senza un pelo, capelli neri corti, baffi alla Freddy Mercury, fisico palestratissimo, lei, una bellezza fanciullesca, occhi chiari, capelli lisci, quasi biondi, esile ma con un seno che sembrava appiccicato lì per errore, sguardo gelido. Si presentarono mentre Carlos usciva: Alex e Lisa. Ci chiesero se anche noi avessimo messo un annuncio in un sito per coppie e fossimo stati contattati da un certo Max. Sembrarono delusi quando spiegammo che conoscevamo già Max da tempo, ma si ripresero sapendo che anche per noi era la prima volta che entravamo in quella casa così particolare. Quando rientrò Carlos pure loro erano madidi, con i parei appiccicati alla pelle, sdraiati sul marmo della fontana. Il nostro “assistente” aveva un grosso barattolo in mano e si avvicinò a me. Lasciandomi sdraiato sulla schiena mi apri il pareo. Ero nudo ovviamente. Con tre dita prese una bella quantità di una pasta, nera, cremosa e con un profumo intenso, quasi sgradevole. Iniziò a spalmarmi quella crema su tutto il corpo, evitando anche solo di sfiorarmi il sesso, mi fece girare e ripeté l’operazione sulla schiena e le gambe. Non massaggiava, spalmava, con cura, come del burro su una fetta di pane. Poi toccò a Nico e appoggiato sui gomiti, seguii l’operazione: la spalmata era diversa, quasi un massaggio, insisteva sfacciatamente sui seni e fra le cosce, che Nicoletta dischiudeva provocatoriamente. La sua mano a quel punto, scendendo dal ventre, scivolò fino al sesso e il medio passò fra le grandi labbra. Lei ebbe un fremito e istintivamente spinse in su il bacino. La fece girare e anche dietro la sua cura era rivolta essenzialmente alle cosce, alle natiche e la mano scivolò più volte ad accarezzare le due aperture. Ero certo che Nico fosse bagnata e … non di sudore. Quando Carlos si alzò per spostarsi verso Alex era evidente che la” spalmata” a Nico lo aveva eccitato e sotto il pareo si notava un voluminoso rigonfiamento. Per seguire il trattamento che avrebbe fatto al ragazzo cambiai posizione sul marmo e mi girai dal suo lato. Quando Carlos si piegò sulle ginocchia e prese la crema, il sesso duro gli uscì dal pareo, fra le gambe. La punta violacea fu notata da tutti. La spalmata su Alex ebbe un effetto a me imprevisto. Come le mani nere e abili iniziarono il lavoro di incrematura, il palestrato ebbe una erezione prima timida, poi decisamente violenta. Carlos non fece una piega, la sua mano scivolosa impugnò quel pene, non esagerato e lo”massaggiò”un attimo. Alex allungò la sua mano e la infilò sotto il pareo di Carlos. Durò pochi secondi, poi gli fu chiesto di girarsi sul ventre. L’abbondanza di crema che venne distribuita su e fra le sue natiche, fece indovinare a tutti, che le mani di Carlos dovevano”lavorare” proprio lì. Fu chiaro dal suo viso rilassato, che venne presto penetrato da un dito, abile e sicuramente esperto di quei “massaggi”. Alzandosi per passare a Lisa, lasciò cadere il pareo, mostrando un sesso degno della fama di chi ha quel colore della pelle. La divagazione con Alex aveva evidentemente contribuito a quella totale erezione. Quando si piegò davanti a Lisa, Io, Nico e Alex eravamo ormai seduti a guardare cosa sarebbe successo. Lisa anticipò la mossa di Carlos e si prese da sola due ditate di crema nera, spalmandosela, con i movimenti di una fanciulla che si accarezza tutto il corpo e iniziò a masturbarsi. Lo sguardo era comunque gelido e di sfida, seduta a gambe aperte davanti al sesso di Carlos, lo prese con due mani e fece entrare solo la punta nella sua bocca. Rimase ferma, probabilmente solo la sua lingua roteava. Pochi attimi, poi si sdraiò sul ventre e lo lasciò al suo lavoro di “spalmatura crema nera”. Dopo un minuto il ragazzo riavvolgendosi a fatica il pareo sui fianchi, uscì sorridendo e raccomandandoci di rilassarci senza togliere la crema: sarebbe tornato dopo cinque minuti per finire il “trattamento”. Anche se la temperatura e l’umidità era scesa ormai eravamo lì dentro da più di mezz’ora e quegli ultimi cinque minuti prima della “liberazione” ci sembrarono interminabili. Carlos rientrò con una grossa ciotola di rame e quattro manopole di crine, ci invitò a seguirlo sulle panche nell’angolo della fontanella e una volta seduti, iniziò a “sciacquarci”. Prima acqua fredda sulla testa a tutti, che ci scosse piacevolmente con un brivido lungo la schiena, poi iniziando da me, col guanto e ciotolate d’acqua mi tolse tutta la crema nera, ripeté l’operazione con Nico, però che invece di usare solo la mano guantata, le usava entrambe, accarezzandola senza trovare alcuna resistenza da parte sua. Anzi Nico tirò un lembo del pareo che cadde a terra e riapparve quel pene notevole, ora però in semiriposo. Ci pensò lei a risvegliarlo, con un piede lo stuzzicò e sfregò abbastanza per farlo ritornare alle dimensioni che già avevamo visto. L’effetto fu doppio perché anche Alex a quella vista ebbe una erezione che migliorò quando Lisa prese a masturbarlo. Per noi ormai la situazione era chiara, ma Carlos pur con la sua eccitazione svettante, continuava il suo lavoro di “risciacquo”, forse il suo ruolo non gli permetteva di prendere iniziative, ma solo di assecondare e nostre. La verifica spettò, neanche a dirlo a Nicoletta, che impugnò quello strumento e masturbandolo ne fece sparire una buona parte in bocca, mentre Alex avvicinava il suo viso a quello di Nico in attesa di poter ricevere la sua parte. Io mi ero inginocchiato fra le gambe di Lisa che molto opportunamente dischiuse facilitando l’arrivo della mia lingua nel suo sesso. Anche questa volta il gioco durò solo pochi minuti, Carlos ci pregò di seguirlo in una doccia, anch'essa molto particolare. Un locale cilindrico che poteva contenere una decina di persone in piedi, pareti nere, l’unica luce arrivava lungo l’acqua tiepida che scendeva dall’intero soffitto. Lui entrò con noi e inevitabilmente il suo sesso venne preso di mira non solo da Nico e Alex, ma ora anche da Lisa. Tutti in ginocchio se lo passavano di bocca, fino a quando Alex si alzò appoggiandosi alla parete e Lisa diresse quel bastone di carne fra le sue natiche. Lisa sdraiò Nico sul pavimento e dopo averle allargato le cosce si gettò sul suo sesso offrendo il proprio alla bocca di Nicoletta. A me non rimase che inginocchiarmi dietro Lisa e scivolare nel suo sesso passando sulla lingua di Nico. Sentendo il nostro ansimare Alex senza perdere ciò che tratteneva dietro e lo aveva portato al massimo dell’erezione, si girò verso di noi, prese una mano di Carlos, se la portò davanti sul pene e furono sufficienti pochi movimenti di quella mano esperta per farlo venire sulla schiena di Lisa. Le ragazze crollarono una sull’altra dopo un violento orgasmo. Io e Carlos eravamo gli unici a non essere venuti, io avevo il ventre indolenzito dal piacere trattenuto, Carlos, invece, sorrideva come se fosse tutto normale, uscendo toccò un tasto e nel locale si scatenò un temporale tropicale, che tutto sommato ritemprò tutti. Passammo tutti e quattro in una sala relax con una decina di tatami singoli, altre coppie stavano sonnecchiando. Erano le undici sul visore di un impianto che trasmetteva suoni della natura. ( segue)

3 commenti:

  1. Luciano , oggi ci hai fatto un bel regalo !!
    Prima di tutto , la foto che accompagna il Post é stupenda , un insieme di ironia e statuaria bellezza ... :-O
    Poi , iniziata la lettura , ci si trova immersi in un ambiente fantasico , e si subisce il fascino dell'incognito !!!
    Io mi sono immedesimata molto e devo dire che , anche se ho giá visto ambienti e situazioni simili , mi sono sentita assalire da una morbosa curiositá di come potesse finire ..
    Beeh , si saprá alla prossima puntata , speriamo che non ci deluuda ;-P

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  2. bello! molto affascinante. complimenti.

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