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mercoledì 11 gennaio 2012








Un gradito ritorno: l’evoluzione

“Mi piace Nico, sto bene con lei”. In questa affermazione c’era molto di più di quello che le parole stesse potevano far credere. Dopo quel primo incontro, Marcella e Nicoletta diventarono inseparabili e formammo un trio che ci parve idilliaco e appagante sotto ogni aspetto. Ci volevamo bene, non esistevano gelosie, eravamo soggetti/oggetti intercambiabili di ogni genere di attenzioni o piacere sessuale. Alternavamo momenti comuni in tre, ad altri nei quali uscivamo a coppie, a volte io e Nico, altre io e Marcella, altre ancora Nico e Marcella come due appassionate amanti. Continuavano i “giochi” particolari con la partecipazione di estemporanei partner, quasi sempre però maschili. Le ragazze non gradivano la presenza di altre donne, anzi inizialmente, in una serata in un club Marcella aveva fatto il muso tutta sera a Nico perché l’aveva vista lasciarsi andare ad un travolgente orgasmo provocatole dalla lingua di un’affascinante lesbica cinquantenne. A casa poi avevano avuto una piccola discussione. A casa sì, perché Marcella si era trasferita a vivere con noi, pur non avendo definitivamente lasciato la sua abitazione che era usata più che altro come guardaroba o come luogo di incontri particolari. Marcella e Nico avevano espresso il desiderio di poter organizzare da sole qualche “gioco”e realizzarlo senza la mia partecipazione, non avevo avuto nulla in contrario da dire, tranne esprimere curiosità sul tema dei “giochi”che le interessavano. Non ne fecero un mistero, le loro curiosità riguardavano pratiche sadomaso e incontri con transessuali. Mi raccontarono che Marcella era la Mistress, Nico la sua assistente e incontravano schiavi e schiavette desiderosi di punizioni, più cerebrali che fisiche. Entrambe si eccitavano molto in queste sedute e, quando poi rimanevano sole, sfogavano le loro voglie trattenute in nottate di sesso che trascorrevano a casa di Marcella senza la mia presenza. Una sola volta fui invitato ad una loro serata nella quale avrebbero incontrato un giovane transessuale molto dotato. Quando arrivai a casa di Marcella il loro gioco era già iniziato e le trovai tutte e tre a letto.

Marcella stava aiutando l’ospite, una stupenda ragazza giovanissima, ad infilare il suo generoso pene nel sesso di Nico, lubrificava entrambi con la saliva, poi accompagnandolo con la mano riuscì lentamente a farlo entrare. Mi affiancai a lei ad osservarli ero affascinato dai loro seni che nell’amplesso sbattevano l’uno contro l’altro. Mi spogliai e inginocchiandomi in fianco a loro offrì il mio pene alle loro bocche, mentre Marcella indossava uno strap-on con un grosso fallo di lattice nero e lubrificava con una crema l’apertura dell’ospite. La posizione scomoda non permise a Marcella di ottenere il suo scopo, penetrarlo mentre lui era dentro Nico. Nicoletta era eccitata ma non riusciva a venire così cambiarono posizione, Nico si mise in carponi e venne penetrata, mentre Marcella riuscì a sodomizzare comodamente il ragazzo e contemporaneamente masturbare Nico portandola finalmente all’orgasmo. Poi fu il turno di Marcella che volle nelle sue aperture sia il mio sesso sia quello del trans. Io venni appena mi accorsi che Marcella stava godendo mentre baciava Nicoletta in bocca. L’unico che non ci riuscì fu la ragazza ospite, risolsero la situazione le ragazze. Marcella lo penetrò furiosamente mentre lui si masturbava quasi con disperazione e Nico gli torturava i capezzoli. Esplose con un’eiaculazione che sembrava non dovesse più terminare. L’affiatamento fra le ragazze si fece sempre più intimo e passionale mentre una singolare distribuzione di ruoli si stava sempre più delineando. Fantasie e identità emergevano e si rafforzavano palesemente nei momenti d’intimità fra noi tre. Marcella era dominante su Nico cercava di diventarlo anche con me nei confronti di Nicoletta. Un gioco ormai frequente, che organizzava e piaceva a Marcella e trovava d’accordo Nico, era questo: Marcella ed io cenavano, mentre Nico ci serviva la cena vestita solo con un grembiulino da cameriera. Poi su un divano Marcella ed io attendevamo il caffè iniziando a baciarci e toccarci, Nico ci serviva e poi si faceva legare le mani dietro la schiena con un foulard di seta. Poteva solo muoversi per la stanza senza uscire, guardarci, stare seduta di fronte a noi, inginocchiarsi davanti a noi e partecipare solo con la bocca e la lingua ai nostri giochi. Per Nico era una situazione eccitante e stressante, considerando che poteva durare ore. Marcella veniva molte volte come il solito, curando esattamente il sopraggiungere del suo orgasmo che voleva sempre che venisse concluso dalla lingua di Nico. Se stavo penetrandola e la sentivo irrigidirsi per l’arrivo del piacere, sapevo che mi avrebbe allontanato per offrire il suo sesso alla bocca di Nico. Nico era in uno stato di eccitazione quasi frustrante e a volte cercava, senza riuscirvi, di procurarsi un orgasmo sfregando, come un animale, il sesso sulla gamba di Marcella. A quel punto Marcella sceglieva fra i numerosi falli di ogni misura che usavano per il loro gioco SM, uno corto, a cuneo e con una base piatta e dopo aver fatto inginocchiare Nico lo lubrificava negli umori del suo sesso prima di infilarglielo nell’ano, dove rimaneva bloccato, stimolandola ancor più intimamente. A Nico non rimaneva che sedersi e continuare guardare noi che facevamo sesso. Quando Marcella si sentiva appagata, la faceva avvicinare a noi, mi masturbava fino a un attimo prima dell’orgasmo e poi faceva sedere Nico sul mio sesso, dove non mi rimaneva che scaricarmi. In quei brevi momenti in cui durava ancora la mia erezione Nico, si agitava furiosamente e a volte riusciva a venire altrimenti, appena uscivo da lei, la bocca e lingua di Marcella occupavano il mio posto e fino a quando Nico non era sfinita dal piacere, non si toglievano più. Marcella si stava accaparrando il monopolio del piacere, mio e di Nicoletta. Doveva essere solo lei, l’unica a procurarci i nostri orgasmi.

Sempre più spesso tornando a casa le trovavo a letto, entrambe già sfinite dagli orgasmi. Marcella riusciva a riprendersi velocemente e dopo cena essere nuovamente eccitabile da proposte che la incuriosivano, mentre Nico aveva un recupero più lento, così quelle sere faceva solo da spettatrice ai nostri giochi. Marcella era arrivata al punto di non volere più che Nico partecipasse con noi a serate nelle quali incontravamo altre persone. Il legame fra loro divenne sempre più stretto e permeato di reciproca gelosia, nelle ormai rare occasioni durante le quali “giocavamo” noi tre il feeling era cambiato. L’eccitazione reciproca era sempre molto alta ma la sua realizzazione diventava complessa, regnava quasi una tensione. Nico si isolava senza partecipare se io e Marcella facevamo del sesso e al contrario se cercavo intimità con Nicoletta, Marcella si intrometteva cercando di sostituirsi a me nel far godere Nico. Una soluzione gradita a tutti fu trovata da Marcella: dopo aver lungamente giocato con Nico, mentre la mia partecipazione era limitata a beneficiare di prestazioni orali di entrambe, Marcella usando un doppio fallo di lattice piuttosto grosso e iniziava a penetrare se stessa e Nico, mentre io entravo in lei da dietro assecondando i suoi movimenti. Dopo aver portato Nico più volte all’orgasmo, si abbandonava da sola al suo piacere, chiedendomi di concludere il mio penetrandola nell’altra apertura. Crollavamo poi sfiniti uno sull’altra. Nicoletta era frastornata dalla situazione e dal legame ormai morboso che la univa a Marcella, il sesso fra noi era ormai condizionato solo da “giochi” particolari, non facevamo più l’amore “normalmente” ormai da mesi ed anche l’affetto che ci legava né subita le conseguenze. Ne parlammo da soli in ufficio durante una pausa pranzo. Mi confessò di essersi innamorata di Marcella e contemporaneamente di non aver smesso di sentirsi ancora legata affettivamente a me: la scoperta della sua bisessualità, non legata solo al piacere sessuale, era stata per lei così fulminante da averle creato dei dubbi sulla sua vera natura. Quella sera ci trovammo dopo il lavoro e decidemmo di uscire a cena noi due da soli. Nico, rilassandosi a tavola, era tornata quella di sempre, dolce e appassionata. Usciti dal ristorante mi disse che aveva voglia di fare l’amore, lì, subito, in macchina. Il parcheggio del locale era semideserto e mi fu sufficiente spostare l’auto, ridossandomi a un muro, per essere sicuri di non poter essere osservati. Il problema però fu proprio questo, il non essere visti. Nico eccitatissima di poter fare ancora l’amore in auto, usci con un: ” ...però se ci fosse qualcuno che guarda … come ai vecchi tempi …” che mi fece capire come lei proprio non fosse cambiata. Il suo piacere di eccitare e mostrarsi era più forte di qualsiasi situazione contingente, Marcella compresa. Misi in moto, con lei mezza svestita e attraversai così, lentamente, tutta Milano. Ad ogni semaforo gli sguardi di automobilisti sconosciuti ed allibiti la fecero impazzire di piacere. Quando mi fermai alla Triennale, Nico era già sul punto di venire e le bastò vedere un’ombra materializzarsi in un guardone che si avvicinava alla sua portiera, col sesso in mano, per concludere una masturbazione che durava da un’ora, esplodendo in un orgasmo che sembrava non terminasse mai.

Erano ormai le due di notte ed entrambi sapevamo benissimo che Marcella senza vederci tornare o avere notizie avrebbe fatto una scenata terribile, ma quando chiesi a Nico se fosse preoccupata e volesse rientrare a casa mi rispose tranquillamente:” a questo punto visto che potrebbe essere l’ultima volta che passo una sera così, tanto vale che continuo a divertirmi”. La frase mi fece passare ogni eccitazione, ma bastò vedere Nico abbassare il finestrino, mentre una sua mano cercava il mio sesso e l’altra quello di uno sconosciuto, per farmi dimenticare quello che l’indomani poteva accadere. Si divertì come aveva deciso, masturbando tutti i guardoni che si diedero il turno al suo finestrino, alternando momenti in cui, alzando il vetro, voleva che la possedessi sedendosi su di me, ad altri in cui si toccava raggiungendo l’orgasmo nell’attimo esatto in cui uno sconosciuto veniva grazie alla sua mano. Tornammo a casa alle quattro e Marcella non c’era. Il giorno dopo Nico non venne in ufficio e quando tornai a casa capii che si era trasferita da Marcella. Una decisione che sicuramente aveva già preso il giorno prima.

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