L'unica gratificazione per chi scrive un blog è avere lettori che lo seguono inviando commenti e cliccano su UNISCITI A QUESTO SITO per ricevere gli avvisi dei nuovi post.

martedì 27 gennaio 2009





Enrica

La sete di conoscenza non si placava però solo con ragazzine della nostra età e poiché girava la voce che certe pasticcerie e sale da tè del centro fossero un luogo di incontro dove gentili, ricche e mature signore cercavano la compagnia di giovincelli di primo pelo, mi gettai alla scoperta in compagnia di Roberto una spalla di prima scelta. Vestiti benino, come anche la mamma avrebbe approvato, ci presentammo all’ora del tè alla pasticceria Passerini in Corso Matteotti. In effetti di signore non giovani ve ne erano parecchie, appetibili, quasi nessuna, ma la curiosità ed il fascino dell’esperienza ci spinsero ad insistere nel farci agganciare. Sguardi, occhiate, ammiccamenti non servirono che a farci sentire due imbecilli, mentre la soluzione era più semplice di quanto credessimo. Quando chiedemmo il conto il cameriere ci informò che era già stato provveduto e ci indicò le gentili ospiti, andammo a ringraziare e ci invitarono a sedere al loro tavolo. Facevano veramente impressione per la vecchiaia mascherata da spatolate di cerone, ma il gioco era divertente ed istruttivo, chiacchierammo e venimmo a sapere ad esempio che in piazza Diaz in un famoso dancing notturno, ogni giovedì e domenica pomeriggio si tenevano dei “tè danzanti” frequentati oltre che dalle nostre conoscenti da altre signore in cerca di evasioni maschili. Manco a dirlo il giorno dopo era giovedì e noi puntualmente eravamo presenti in giacca e cravatta. La fauna presente era degna di un film di Fellini : la parte femminile era eterogenea e di diverse età, nel mucchio qualche giovane quarantenne discreta si faceva notare. La componente maschile andava da ragazzini diciottenni come noi, che ballavano mordicchiando lobi e pendenti con brillanti a sessantenni ingioiellate come Madonne ad azzimati signori con baffetti alla David Niven e scarpe di vernice ed abiti scuri che odoravano ancora di sale corsa e bische clandestine. Per invitare a ballare le poche signore appetibili c’era la lista d’attesa, così si aspettava il proprio turno per poter giocare nei tre minuti del disco le carte per affascinare la preda, assicurarsi l’esclusiva dei prossimi balli e possibilmente anche l’invito ad accomodarsi al suo tavolino. Non so se fu merito del mio viso da bravo ragazzo o più facilmente del fatto che ero nuovo in quel posto, la trentottenne signorina Enrica, professoressa di greco, abitante con la famiglia in corso Monforte, ballò solo con me per tutto il pomeriggio. Stringevo a mio piacere il suo corpo magro e muscoloso, inebriato dal suo particolare profumo, aveva fragranze che andavano dal mughetto alla canfora da armadio, con venature di quel sentore che solo le donne di pelle chiara e capelli rossi sanno emanare. Una mano in L4/L5 le premeva il bacino sul mio sesso, l’altra le accarezzava il collo mentre le chiedevo se aveva un’auto fuori e le sussurravo che avremmo potuto andarcene un po’ prima e stare da soli. La vettura era una Ford Anglia azzurro acqua e ancora prima che avviasse il motore la stavo baciando appassionatamente e toccando sotto le gonne. Mi chiese dove dirigersi e durante il tragitto tra il centro e la Montagnetta di San Siro le mia dita avevano già oltrepassato la barriera delle sue mutandine, stazionando in un luogo così allagato da non sapere cosa fare d’altro per migliorare una situazione, che l’aspettativa della signorina aveva già reso più che ottimale. Fermi davanti allo spettacolo delle luci della città viste dall’alto di quella montagna Milanese, lasciai che la prof. con la massima calma si togliesse gli occhiali li posasse sul cruscotto, mi slacciasse i pantaloni grigio fumo di Londra e scivolasse con la testa verso un sesso che ormai l’aspettava impazientemente. L’abilità che applicava nell’operazione faceva dubitare fra una consumata abitudine ed una troppo desiderata fantasia, ma quando mi salì sopra e si abbandonò ad un improvviso multiorgasmo decisi che era sicuramente una famelica fantasia malamente repressa.

Nessun commento:

Posta un commento

Un invito ai lettori: i vostri commenti e opinioni sono una gratificazione per chi scrive il blog, mi farebbe piacere riceverne molti e avere lettori che si uniscono al blog cliccando su UNISCITI e seguendo il semplice percorso. Il sogno sarebbe creare una rete anonima di amici/lettori con i quali interagire virtulamente.