L'unica gratificazione per chi scrive un blog è avere lettori che lo seguono inviando commenti e cliccano su UNISCITI A QUESTO SITO per ricevere gli avvisi dei nuovi post.

martedì 3 febbraio 2009





Marilena

Era entrata in quella ditta a 15 anni ed ora a 19 era la segretaria del gran capo e si occupava anche della programmazione del lavoro dei venditori : scalmanati coetanei con i quali aveva un rapporto di complicità e simpatia. Con me in particolare. Mi passava spesso nominativi di clienti che avevano contattato direttamente la ditta per degli ordini e le mie provvigioni si incrementavano piacevolmente. Una scatola di cioccolatini ogni tanto ed inviti a cena sempre rifiutati. Marilena, biondina, minuta e molto sexy in minigonne che mostravano due belle gambe, era sposata da un anno con un tipo di trent’anni, che, venni a sapere da un operaio della ditta, non era esattamente uno stinco di santo. Nato e cresciuto a Baggio era noto per truffe, traffici illegali ed aveva già avuto guai con la legge anche per un carattere piuttosto violento. Una mattina vidi Marilena nel suo ufficio con un grosso ematoma sulla tempia e gli occhi rossi. Nell’intervallo del pranzo rimase in ditta e l’avvicinai chiedendole se avesse dei problemi, eravamo soli scoppiò a piangere e mi disse che Gigi le aveva dato uno schiaffo ed era andata a sbattere contro uno stipite. La situazione in casa era disastrosa e pensava di separarsi perché non sopportava più un marito che aveva un’altra, dormiva da lei quasi sempre e quando tornava a casa per cambiarsi, se non trovava tutto lavato e stirato diventava violento e la menava pure. L’abbracciai dicendole che avrei voluto aiutarla e se avesse voluto le avrei fatto conoscere un avvocato. Così fece e con difficoltà, perché lui non era d’accordo, in un paio di mesi arrivò a separarsi legalmente, nel frattempo avevamo iniziato, con molta cautela, perché aveva sempre paura di essere seguita dal marito, ad uscire prima da amici ed in seguito con un rapporto che diventava affettivo, ma non andava oltre a dei baci in auto. Marilena era assolutamente e misteriosamente bloccata. Quando finalmente trovò il coraggio mi spiegò che aveva conosciuto Gigi quando aveva sedici anni ed era rimasta affascinata dal suo carattere dominante e la prima volta che aveva fatto l’amore con lui, praticamente l’aveva quasi violentata. Questo modo di fare l’amore privo di affetto, unito al fatto che aveva un pene molto grosso, durante il matrimonio era diventato un vero trauma che l’aveva portata anche da un' analista, perché ogni volta che lui le si avvicinava lei aveva un blocco. Se cercava di penetrarla lo respingeva o doveva subirlo come una dolorosa violenza. Anche per questo motivo lui si era trovato un’altra ed era iniziata l’odissea che l’aveva portata alla separazione. Mi era innamorato di Marilena e l’avevo presentata ai miei, con i quali aveva subito simpatizzato, rimaneva il problema del sesso, era eccitante e assecondava i miei desideri indossando abitualmente autoreggenti o reggicalze, ma dopo due mesi non eravamo riusciti ad andare oltre a masturbazioni reciproche. Quando dormivo da lei, ormai liberata dal marito, ogni tentativo di fare l’amore era bloccato dal suo problema e non riuscivo a penetrarla dalla paura che aveva, così ci eravamo abituati a fare un sesso anomalo: lo sfregavo fra le labbra del suo sesso mentre teneva le gambe serrate. Solo così Marilena riusciva a venire e far venire anche me. Col passare dei mesi riuscii a masturbarla con l’introduzione di un dito, iniziava a rilassarsi, ma aveva ancora paura, e si chiudeva quando avvicinavo il mio sesso cercando di introdurlo nel suo, con scusa che anche il mio era grosso e le avrei fatto male. Le proposi di usare un vibratore di piccole dimensioni da sola, così fece e da sola, quando non ero in casa. Mi disse con entusiasmo di essere riuscita ad introdurlo tutto ed essere venuta toccandosi il clitoride. Era un successo insperato. Iniziai a masturbarla introducendo due dita senza che si lamentasse, anzi riuscendo anche a farla venire, finchè una sera d’estate mentre era appoggiata al davanzale della finestra che dava su via Morgantini in mutandine e reggiseno, mi avvicinai dietro di lei, le accarezzai la schiena, baciandola sul collo, la leccai a lungo sulla schiena scendendo fra le sue natiche dalle quali avevo sfilato lo slip e dopo averlo sfregato fra le sue labbra aperte e ben lubrificate, lentamente entrai in lei, che non mi respinse e lasciò che per la prima volta dopo mesi facessimo l’amore.Venne piangendo dalla felicità.

Nessun commento:

Posta un commento

Un invito ai lettori: i vostri commenti e opinioni sono una gratificazione per chi scrive il blog, mi farebbe piacere riceverne molti e avere lettori che si uniscono al blog cliccando su UNISCITI e seguendo il semplice percorso. Il sogno sarebbe creare una rete anonima di amici/lettori con i quali interagire virtulamente.