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giovedì 26 marzo 2009



Romana

Nei fine settimana andavamo spesso a trovare i miei suoceri che abitavano a Mezzani in una grande casa di campagna dove era abitudine incontrarci con altri parenti per pantagrueliche cene e abbondanti libagioni. Venivano spesso a trovarci le cugine di mia moglie: Romana che aveva 18 anni, e Marcella che ne aveva 14, figlie di due fratelli di mio suocero. Romana, molto carina , dimostrava almeno 20anni, era furba e mi guardava con occhi troppo maliziosi da non incuriosire Bianca. Marcella era la tipica ragazzina in fase di sviluppo, con promesse di sbocciare clamorosamente bene. Il sabato sera Romana insisteva sempre perché andassimo in discoteca; affidata alla nostra custodia si garantiva così il pretesto per andare a ballare e poter rientrare più tardi. Sempre grazie alla nostra presenza si poteva permettere di indossare minigonne vertiginose e truccarsi. Era un piacere vederla ballare e scatenarsi con movenze molto provocanti. Una sera quando, era arrivata l’ora dei lenti le chiesi di ballare, non perse l’occasione di potersi finalmente strusciare col bacino e verificare immediatamente l’effetto e le reazioni del mio sesso. Lo raccontai a Bianca. Sorrise e avendo intuito le mie intenzioni, mi autorizzò a continuare nel gioco. Così si ripetè per parecchi sabati. Una sera usciti dalla discoteca, un pò bevuti tutti e tre, ci fermammo a fumare una sigaretta in macchina ed ascoltare per l’ennesima volta Harvest di Neil Young : eravamo in un viottolo di campagna in fianco ad un campo di girasoli. I discorsi finirono presto sul sesso e con mirata curiosità la interrogammo sulle sue esperienze e, vista la disinvoltura con la quale ci raccontava particolari molto intimi, ci sentimmo autorizzati ad confidarle dei nostri giochi. La sua curiosità sull’argomento era insaziabile, rimase particolarmente stupita e incredula nel sapere che la cugina non fosse gelosa di vedermi fare del sesso con un ‘altra. Praticamente ci aveva servito l’occasione su un piatto d’argento. Bianca strizzandomi un occhio le disse di poterle dimostrarle anche subito, se lei non avesse avuto vergogna a baciarmi, di non
essere gelosa di stare a guardarci. Credo non aspettasse altro e ridendo acconsentì all'esperimento. Passai sul sedile posteriore con lei e mia moglie rimase davanti. Ci baciammo a lungo e quando la mia mano raggiunse il suo sesso la situazione in cui lo trovai chiarì che l’ultimo dei suoi pensieri era di fermarla. Ma preferii smettere perché ero certo non sarebbero mancate altre occasioni migliori. Tornando verso casa le raccontammo altri particolari dei nostri giochi, chiedendole se le sarebbe piaciuto fare del sesso anche con una donna. Rispose di pensarlo spesso, come una fantasia da provare. Eravamo d'autunno, io e mia moglie dormivano in una dependance appartenuta alla nonna. L’indomani, domenica, alle nove, eravamo ancora a letto e sentiamo bussare. Era Romana, stava salendo in camera da letto portandoci due cornetti caldi, indossava dei jeans ed una maglietta che metteva in evidenza il seno generoso. Sulla sedia c'erano le calze ed il reggicalze di Bianca e lei rimase incantata ad ammirarle, chiedendo se non fosse scomodo indossarle. Venne spontanea la mia proposta di fargliele provare, se la taglia fosse stata la sua. Mentre si sfilava i pantaloni e senza alcun pudore si mostrava in minuscoli slip, io e Bianca, nudi sotto il piumone iniziammo a toccarci reciprocamente ammirando la cuginetta armeggiare con poca perizia. Le spiegammo di indossare prima il reggicalze, poi le calze e per ultimo le mutandine. Obbedì come ad un ordine e potemmo ammirare il suo sesso ricoperto da una fitta e incolta peluria, le chiesi di togliersi la maglietta ed lo fece lasciandomi senza fiato per lo splendore del suo seno, non sostenuto da alcun reggiseno e sodo come scolpito nel marmo. Bianca scostando lentamente il piumone dalla mia parte mostrò a Romana quanto lo spettacolo mi avesse eccitato e le chiese se voleva infilarsi sotto per non prendere freddo. La scusa era buona, la cuginetta non si fece pregare e si sdraiò con un po’ di imbarazzo fra di noi, Bianca le prese una mano e la portò sul mio sesso, ci giocò con perizia, ma subito dopo la sua bocca sostituì la mano dimostrando una notevole conoscenza dell’operazione. Le sfilai le mutandine ed esplorai ogni millimetro della sua pelle con la mia lingua, mentre Bianca le accarezzava i seni e lei ricambiava le carezze alla cugina. In breve furono occupatissime a toccarsi a vicenda e godere, mentre io cercavo invano di penetrarla, quando si rese conto delle mie intenzioni, mi disse di essere vergine ed di non essere pronta. Mi avrebbe dedicato però la sua bocca, e lo fece solo dopo avere ammirato da vicino il mio sesso entrare ed uscire da quello di sua cugina. Quando lo estrassi per non venire dentro a Bianca, la sua bocca fu pronta ad accogliermi e ha regalarmi una stupenda conclusione. Da quella volta non avemmo più incontri così comodi, ma tutte le volte che veniva a sapere della mia presenza a Parma, capitava dai miei suoceri e con una scusa mi chiedeva di accompagnarla in auto da qualche parte. Appena allontanati da casa, mentre guidavo, la sua testa scivolava nel mio grembo e la sua bocca ritrovava un percorso ormai noto, mentre la mia mano le offriva brevi e intensi orgasmi. Una volta, in inverno, non avendo trovato una occasione per stare soli riuscì giustificandosi di non avere i guanti, mentre passeggiavamo in compagnia per il centro di Parma, ad infilarmi una mano in tasca del cappotto e passando dalla doppia tasca slacciare la lampo e masturbarmi mentre camminavamo. Le cuginette non mancavano certo di curiosità ed iniziativa. Questo per qualche anno, poi si fidanzò e si sposò, mentre la cugina Marcella cresceva.


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