L'unica gratificazione per chi scrive un blog è avere lettori che lo seguono inviando commenti e cliccano su UNISCITI A QUESTO SITO per ricevere gli avvisi dei nuovi post.

martedì 7 luglio 2009





Tecniche orientali

La nostra ricerca di emozioni continuava, così quando feci leggere a Marcella l’annuncio fu subito d’accordo nel contattare quella coppia. “ Maturo maestro esperto in tecniche erotiche orientali con giovane moglie giapponese conoscerebbe singola o coppia, interessata ad apprendere nuovi piaceri “.
Ci invitarono a cena in un buon ristorante e parlarono solo di loro. Lui sessantenne con fisico asciutto e barba ascetica era un giornalista che aveva trascorso molti anni in oriente per lavoro e durante una lunga permanenza in Giappone aveva incontrato lei, musicista, insegnante di violino, dopo pochi mesi si erano sposati. Lei, ora, poco più che trentenne era di una bellezza e di una grazia particolare. Ogni suo gesto era affascinante, parlava poco e lentamente in un italiano corretto. Tutto si poteva pensare ammirandola tranne vederla partecipare a un incontro erotico dopo aver messo un annuncio in una rivista per coppie. Il fisico minuto, i capelli nerissimi, corti e pettinati da uomo e il pallore della sua pelle creavano un contrasto stuzzicante con l’esuberanza e la sensualità di Marcella. Dopo cena ci chiesero se volevamo seguirli a casa loro, abitavano sui Navigli in un appartamento enorme e di gusto particolare. Lo studio era arredato in stile marina inglese con mobili antichi probabilmente autentici, il salotto minimalista giapponese, con stuoie, cuscini, un tavolino centrale bassissimo, luci soffuse. Ci lasciarono soli qualche minuto scusandosi e ritornarono indossando solo un chimono. Ci chiesero di metterci in libertà e ci accompagnarono in un bagno, con sauna, dove trovammo due chimoni nuovi e della nostra taglia. Notevolmente imbarazzati e sentendoci terribilmente ridicoli ci spogliammo e l’indossammo. Ci aspettavano in salotto offrendoci un tè caldo, amaro e pungente che bevemmo, seduti sulla stuoia e osservando la tecnica che usavano loro. Finalmente ci chiesero di raccontare qualcosa di noi e delle nostre esperienze. Ascoltarono, facendo ogni tanto domande, poi lei chiese a Marcella se voleva vedere la casa, la prese per mano e sparirono. Lui mi fece delle domande sul finto specchio che avevo raccontato di avere a casa mia per vedere senza essere visti e mi sembrò interessato all’argomento. Mi chiese se volevo seguirlo e spostando una parete di carta di riso mi fece entrare in un breve corridoio buio in fondo al quale filtrava una luce. Arrivati là, rimasi sconvolto, piacevolmente. Eravamo dietro un finto specchio alto come noi che dava sulla camera. Esattamente dietro la testiera del letto. Era un locale strano, esagonale e apparentemente senza finestre, molte pareti erano solo degli enormi specchi, al soffitto era applicato l’ennesimo specchio. Il colore dominante delle pareti, delle tende, della moquette era un azzurro pallidissimo. Il letto era molto grande e rotondo, sistemato su una pedana. Dalla testiera che sembrava un cruscotto di un jet partiva la proiezione sull’unica parete bianca di un film giapponese, porno, genere bondage, dal soffitto dei faretti illuminavano Marcella nuda, massaggiata dalla giapponesina che indossava ora un chimono bianco. Marcella aveva un debole per i massaggi, m’immaginai il suo stato di beatitudine avendo in quel momento delle mani esperte che la manipolavano con sapiente abilità. Prima adagiata sulla schiena venne accarezzata da quelle piccole mani che l’avevano cosparsa di gocce di un liquido oleoso sceso da una boccetta rosa presa da una mensola dove ve ne erano molte altre di vari colori. Il massaggio dedicava una particolare cura al seno ed ai capezzoli. Le mani erano scese all’ombelico, poi all’inguine, ma non le avevano mai sfiorato il sesso. La fece girare a pancia sotto e le massaggiò il collo, le spalle, i fianchi ed infine quelle mani si fermarono lungamente alla fine della schiena dove si aprono i glutei. Massaggi con pressioni dei pollici sulle ultime vertebre sacrali, sfregamenti, frizioni sempre con il misterioso olio, infine le natiche. Anche li dedicò un’attenzione particolare con pressioni profonde, poi fece cadere parecchie gocce fra le natiche che scivolarono verso le due aperture. Marcella istintivamente aprì un po’ le gambe. La giapponese, premendo un bottone fece ruotare il letto di 180 gradi, così da consentirci di ammirare meglio. Certamente tutto era preparato nei minimi particolari. Si sollevò il chimono e si mise cavalcioni appoggiando il suo sesso completamente depilato sulla schiena di Marcella. Iniziò un massaggio fra le natiche, aprendole e scorrendo fra le due aperture senza penetrarle. Marcella muoveva il bacino e potevamo veder luccicare il suo sesso bagnato, non solo dall’olio. Fece cadere delle gocce proprio sull’ano e dopo averlo massaggiato lentamente e a lungo, la penetrò con il medio, muovendolo con delicatezza. Mi aspettavo una reazione negativa di Marcella che non amava particolarmente quei giochi, invece non fece altro che assecondare la penetrazione sollevando lentamente il bacino. Poco dopo anche l’anulare scivolò nel suo ano. Il mio ospite a quel punto mi appoggiò una mano su una spalla e mi accompagnò ripassando dal salotto davanti ad una porta azzurra e mi disse che ora potevo entrare anch’io. Marcella era sparita c’era solo la moglie, nuda e splendidamente bianca. Mi prese per mano, mi condusse verso il letto, mi slacciò il chimono e lo lasciò cadere a terra. Ero indiscutibilmente eccitato e con il sesso eretto. Mi fece sdraiare sul letto e dopo essersi unta le mani con il misterioso liquido iniziò a massaggiarmi il pene, non mi stava masturbando, era solamente un massaggio, ma il risultato fu comunque di aumentare l’erezione. Mi sfregava l’estremità del sesso procurandomi un piacere stranissimo che mi faceva scottare i fianchi, sentivo di essere sul punto di venire ma non ci riuscivo assolutamente. Quel liquido mi aveva procurato una sensazione particolare, un misto di eccitazione e insensibilità locale. Ora capivo perché Marcella si fosse lasciata penetrare posteriormente senza ribellarsi. La gentile violinista però non era così altruista di dedicarsi solo al piacere altrui e approfittando dello straordinario risultato ottenuto col massaggio, mi salì sopra e dopo alcuni tentativi riuscii a far entrare il mio sesso nel suo. Era strettissima e sul viso si alternavano espressioni di dolore e piacere: il dolore durò poco, perché una volta dentro era bagnatissima e con pochi movimenti del bacino venne, dilatandosi al punto che sentii scivolare del liquido fuori dal suo sesso. Aveva finalmente un po’ di colore sul viso, le sue guance erano rosa. Non si spostò, ma allungò solo una mano per premere il bottone che fece ancora ruotare il letto portando la sua schiena di fronte al doppio specchio. La cosa mi eccitò ancor di più perché ebbi la certezza che Marcella ed il giornalista fossero là a guardare. Il mio pene era umido ed eretto dentro di lei che, piegandosi, offriva a me la sua bocca ed agli spettatori il suo sesso penetrato dal mio. Non mosse più il bacino, ma iniziò una serie di contrazioni dei muscoli pelvici. Se avessi chiuso gli occhi, avrei potuto pensare che il mio sesso fosse nella sua bocca. Cercavo disperatamente di venire e la colpivo con spinte profonde ottenendo solo far venire di nuovo lei, che crollò su di me ansimando. Scappò, credo, in bagno e tornò dopo poco con una piccola spugna tiepida con la quale pulì accuratamente il mio sesso che cercava soddisfazione, per far questo si mise sopra di me offrendo alla mia bocca il suo sesso. Affondai la lingua convinto di trovare umori, invece si era lavata e cosparsa di un ennesimo liquido profumato e gradevole al gusto. Mentre assaporavo il suo clitoride, il mio membro scivolò in un sesso ben noto. Marcella. Era entrata e non mi ero accorto, ora vedevo le sue mani a coppa sui seni della giapponesina e sentivo il suo bacino muoversi ritmicamente. Dall’intrigo di corpi riuscii a intravedere nello specchio sul soffitto che era entrato anche il giornalista e si stava avvicinando col viso al fondoschiena di Marcella, la moglie si tolse subito permettendomi di seguire tutto dallo specchio. Lui stava dedicando la sua lingua all’apertura libera di Marcella che arrestò il movimento del bacino tenendomi fermo dentro di lei. Marcella si avvicinò al mio viso e mi sussurrò: “ ero dietro allo specchio con lui ed ho visto tutto”. Le chiesi cosa avesse fatto. “Nulla, non riusciva ad avere l’ erezione e mi ha solo masturbata stando dietro di me.” “Ora però mi sta penetrando dietro con la lingua e mi piace un casino”. Non so quanto durò quel trattamento ma Marcella stava impazzendo dal piacere e mi pregava di non muovermi. La moglie era rientrata, indossava solo una cintura legata sui fianchi con un grosso fallo nero e lucido, si avvicinò al marito da dietro, gli tolse il chimono e gli spinse quell’enorme affare fra le natiche iniziando contemporaneamente a masturbarlo. L’erezione fu relativamente rapida e lei gli indirizzò il pene, lungo e sottile verso quell’apertura di Marcella che era stata lungamente preparata e lubrificata. Istintivamente con mani presi le sue natiche e le aprii per facilitare quella penetrazione. Era assurdamente eccitante vedere nello specchio la giapponese che in pratica penetrava Marcella attraverso il marito. All’interno del suo corpo i nostri due membri erano separati solo da una sottile parete e si urtavano nell’alternarsi del movimento, finalmente l’effetto dell’olio miracoloso si era esaurito e riuscii a venire. Mentre scivolavo fuori dal suo sesso, Marcella ebbe il suo primo orgasmo con una penetrazione non abituale ed il giornalista penetrato e masturbato vigorosamente dalla mogliettina esile ed eterea, venne con un rantolo raccapricciante. Quando ci salutammo, mi venne spontaneo dire “ ci sentiamo presto”. Lei con la massima calma mi rispose:” è stato molto bello, ma non vediamo mai le stesse persone”. Ritornando a casa in auto come al solito si commentò la serata. Eravamo soddisfatti e confusi. Quella casa così particolare, predisposta per incontri particolari, ci aveva fatti un po’ sentire come oggetti nelle loro mani, però ci eravamo divertiti anche noi. Marcella mi disse molto sinceramente che le era piaciuto molto essere penetrata dietro, forse grazie all’accurata preparazione effettuata dalla giapponese e dalle dimensioni del sesso del marito. Tutto sommato l’idea di non rivederci ci sembrò corretta, rimase solo il ricordo di una serata molto particolare che mi consentì in seguito di poter far riprovare a Marcella il nuovo piacere, scoperto in quella occasione.

Nessun commento:

Posta un commento

Un invito ai lettori: i vostri commenti e opinioni sono una gratificazione per chi scrive il blog, mi farebbe piacere riceverne molti e avere lettori che si uniscono al blog cliccando su UNISCITI e seguendo il semplice percorso. Il sogno sarebbe creare una rete anonima di amici/lettori con i quali interagire virtulamente.