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martedì 2 febbraio 2010



Rossana

Ero sposato da qualche anno e Bianca non ostacolava le mie uscite serali da solo, sia per frequentare gli amici che per qualche puntatina trasgressiva, con l’impegno però che avrei dovuto raccontarle tutto. Purtroppo la libertà è un bene che difficilmente nella mia vita sono riuscito a limitare o condizionare a promesse, perciò lasciai che la tara genetica della infedeltà e della debolezza di fronte ad una conquista femminile, mi scaraventasse spesso nel girone dei mascalzoni, bugiardi e traditori. Non andavo in giro a cercare avventure, ma non mi tiravo mai indietro se mi venivano sfacciatamente proposte. Quando Michela 25enne figlia un cliente mi fece capire che non avrebbe rifiutato un mio invito ad uscire una sera rifiutai, non per un improvviso sentimento di fedeltà, ma solo perché non mi piaceva un gran che, anche se non era male, sia fisicamente che di viso. Era una conquista scontata, priva del fascino della scoperta e che avrebbe comunque richiesto i formalismi di un invito a cena ed un finto corteggiamento per raggiungere l’obbiettivo di una scopata che avrei potuto più facilmente rimediare girando in auto per i soliti posti. Ritornando alla carica direttamente mi chiese se volevo uscire con lei ed una sua amica e se potevo trovare un amico da presentarle. L’idea di non uscire soli mi convinse e ci trovammo fuori da un disco bar in via Ripamonti. Loro erano già arrivate e quando scesero dall’auto rimasi colpito da quanto fosse carina la sua amica. Maurizio che era con me si sciolse già durante le presentazioni. Rossana, 24 anni bancaria, due occhioni da cerbiatto, un sorriso che ti avrebbe fatto dimenticare di essere sposato ed un corpo all’altezza del sorriso. Scendemmo nel localino, molto intimo, separè, luci basse e musica adatta, finite le chiacchiere di prammatica e assaggiato un sorso di whisky annacquato Michela si aspettava che la invitassi a ballare. Solo per farle un scherzo mi alzai e con un inchino dissi: “ vuoi ballare Rossana ?” Doveva finire lì, ma Rossana mi prese la mano che porgevo e si alzò, a quel punto capii lo scherzo non era venuto bene e andai sulla piccola pista da ballo illuminata da quei faretti che ti fanno sentire coperto di peletti bianchi. Come la presi fra le braccia si incollò a me in un modo imbarazzante, appoggiando la guancia sulla mia e stringendomi la mano lungo la gamba. Non era giusto, ero io caso mai che dovevo provarci, non lei, perciò dopo un minuto ripresi in mano la situazione, le infilai una mano fra i capelli dietro la nuca e le tirai indietro la testa, ci guardammo negli occhi un attimo e la baciai. La sua bocca si schiuse e la sua lingua entrò languidamente nella mia, mentre il suo bacino si spingeva ancora di più contro il mio. Non ho mai più fatto in vita mia un colpo così, mi sembrava di essere sullo schermo di un film. Michela e Maurizio che avevano seguito la scena rimasero fulminati e si rassegnarono a scambiarsi quattro parole mentre io continuavo le mie effusioni con Rossana. All’uscita lei informò Michela che sarebbe tornata a casa in auto con me, era scontato, ma io non avevo proprio il coraggio di darle questa notizia. Nel tragitto verso San Siro dove abitava le dissi che ero sposato, non fece nessun commento se non rispondermi che lei era fidanzata da quattro anni con un ragazzo persiano e gelosissimo. Ridemmo mentre fermavo l’auto sul piazzale dello stadio e lei abbassava il sedile.
Facemmo l’amore come se ci conoscessimo da sempre e sapessimo già i tasti da toccare per farlo nel più affiatato dei modi. Diventammo amanti per qualche mese, i nostri incontri erano solo di sesso, l’aspettavo di notte, quando il fidanzato la riaccompagnava a casa, entrava nel portone, saliva al primo piano dove dal ballatoio della spazzatura si accertava che si fosse allontanato e usciva di nuovo infilandosi nella mia auto, si era rifiutata prima a lui e si scatenava poi con me. La convinsi in seguito a fare l’amore con lui prima di incontrarci, ma senza raggiungere l’orgasmo, questa piccola depravazione la faceva impazzire e la portava ad uno stato di eccitazione tale che appena saliva in auto da me mi prendeva una mano e mi faceva constatare come fosse pronta.

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