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mercoledì 14 luglio 2010




Infedeltà: Monica

Nelle compagnie c’è sempre una coppia male assortita, ma Tommaso e Monica superavano ogni aspettativa. Giovani, sotto i trenta, belli, già separati entrambi dai primi coniugi e in attesa di divorzio. Li frequentavo da qualche anno e li avevo visti litigare e lasciarsi non so quante volte. Tommy buono, remissivo, tranquillo, pantofolaio, Monica, rossa, piccola, un bel bonsai di ragazza, tutto pepe e voglia di divertirsi. Imputavo il motivo delle riconciliazioni ad un potere sessuale straordinario che lei aveva su di lui. Questo particolare misterioso mi incuriosiva. Durante i periodi nei quali si separavano e lei tornava dai genitori ero uscito “ da amico” con lei, mai molto dispiaciuta della separazione. Tommy invece cadeva in una depressione mostruosa e non si faceva più vedere. In una di queste uscite le avevo chiesto come mai lui, comunque, la andasse sempre a cercare e volesse sempre ricominciare il loro catastrofico rapporto. Ridacchiando mi aveva risposto “ si vede che non può fare a meno delle mie arti seduttive.. visto che a far da mangiare non sono un gran chè”. La mia curiosità cresceva, ma non solo la mia, anche Luca un altro comune amico, era attratto dalla rossa, con una differenza: io avrei voluto solo divertirmi un po’, lui, invece, cercava disperatamente una fidanzata ed era decisamente preso da Monica. Tutta la compagnia era appassionata di automobilismo e spesso passavamo assieme delle domeniche a Monza, anche solo per vedere delle gare minori, ma la domenica in arrivo aveva in calendario una bella gara di F3000, e il giovanissimo Alonso già era dato favorito. Con un giro di telefonate ci ritrovammo alla mattina delle gare, guarda caso, io, Monica e Luca, con la mia auto diretti all’autodromo. Ovviamente Tommaso non c’era perché “in periodo di separazione”. Monica, capelli rossi, ricci, sciolti sulle spalle, abbronzata già a maggio, mini di jeans, troppo corta, seduta davanti in fianco a me era una tentazione drammatica, la mia mano rischiava di staccarsi dal cambio e partire sotto la sua mini. Dovevo controllarmi, ma avevo anche una gran voglia di farmela. Luca, sornione, le faceva un filo spietato e non lesinava le battute sulla sua disponibilità a prendere il posto di Tommy. Io molto più subdolamente stuzzicavo Monica, ricordandole che era in giro con due lupi affamati che se la sarebbero mangiata in un boccone. Lei rideva e rispondeva al gioco con battutine tipo “ se una non vuole, due uomini possono provarci fin che vogliono…..” e subito dopo “ ma se una vuole, magari due uomini sono pochi, heheheh, e rideva….” A Lesmo sulle gradinate, dopo che si era seduta, mi misi apposta sulla fila sotto e sfacciatamente le guardai fra le cosce, che maliziosamente non chiudeva completamente. Questo giochino non poteva durare, così le proposi di spostarci alla chicane, se Luca non aveva paura di rimanere solo un mezz’ora, lei accettò e Luca, spiazzato dalla proposta che lo escludeva, rimase a Lesmo. Alla chicane arrivammo, ma prima di scendere dall’auto, mi chiese “veramente tu ci proveresti con me ?” non le risposi: la tirai a me, la baciai, mentre la mia mano con la velocità della luce era già sotto la sua mini. Reazione ottima la sua, mi lasciò fare assecondando le mie dita che cercavano spazio sotto il suo slip, allungò una mano per capire quanto fossi eccitato, mi lasciò constatare che fosse già bagnata, poi disse. “scendiamo? Poi Luca ci aspetta” Dopo una decina di minuti di spettacolo in quel punto, mentre il mio pensiero era come riuscire a farmela, stavamo ritornando a Lesmo e le chiese se le piaceva Luca e se si fosse accorta che le faceva un filo spietato. Risposta brillantissima: “ si mi piace, poi sai, quando prima hai scherzato sul fatto che eravate in due…” non finì o non volle finire la frase. Mi fu sufficiente. Dopo le gare, mentre la coda di auto fluiva verso l’uscita, mi parcheggiai in un prato ormai deserto, con la scusa di aspettare che il traffico diminuisse, accendemmo una sigaretta e per farla stare più comoda abbassai leggermente il suo schienale. Le accarezzai le gambe e ritornai fra le mutandine ritrovandole ancora più umide. Luca era basito, taceva e non capiva, non capì neanche quando abbassai di più lo schienale e alzata la maglietta di Monica mi misi a leccarle i seni: solo a quel punto disse: “ forse è meglio che scendo…” lei rispose con un sorrisetto vergognosamente provocatorio :” se non hai paura di me, puoi anche rimanere”. Finalmente Luca capì, lo schienale scese completamente e la mia bocca scese fra le cosce ed il sesso di Monica che si aprì come un’ostrica. Godette per la prima volta, mentre la leccavo e baciava Luca. Era impossibile rimanere a fare contorsionismi nell’abitacolo. Scesi e mentre giravo attorno all’auto Monica aveva già aperto la cerniera dei pantaloni di Luca e lo stava masturbando, la presi da dietro e spostandole solo di lato lo slip la penetrai di colpo, fermandomi in fondo a lei per assaporare il piacere del suo caldo umido e le contrazioni del suo sesso, che sapeva usare egregiamente. Iniziai a muovermi lentamente agevolato da lei che alla fine di ogni penetrazione mentre rimanevo fermo roteava un po’ il bacino per sentirselo sfregare in fondo all’utero e venire. Ora aveva preso in bocca il sesso di Luca e lo lavorava con una abilità incredibile, al punto che un po’ per gratificare Luca e soprattutto per la curiosità di provare la bocca di Monica, proposi si scambiarci le posizioni. Luca non aspettava altro, forse da anni, anche se, probabilmente, non in quel modo. La prese con troppa voglia e venne subito, Monica sentendo il caldo di Luca dentro di lei, venne ancora. Io attesi che Luca si allontanasse e dissi a Monica che non volevo venire ora, ma volevo uscire con lei la sera con calma. Non mi ascoltò neppure, e tenendo solo la punta del mio sesso in bocca, mi masturbo così velocemente che non riuscii più a trattenermi e venni nella sua bocca. Mi disse solo” stasera possiamo ricominciare se vuoi”. Lo volevo. Dopo una settimana tornò con Tommaso. Avevo capito perché lui la cercava.

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