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martedì 27 luglio 2010




Roberta e Michele

Avevo messo un annuncio rivolto a giovani coppie esibizioniste per incontri in luoghi insoliti, preferibilmente all’insaputa della lei. Rispose Michele 28enne, due righe molto sintetiche, chiedendo ulteriori ragguagli su cosa proponevo, chiarendo che alla fidanzata piacevano incontri casuali e che non essendo facile trovarne, pensava di organizzare qualcosa che sembrasse casuale. Allegò due foto di lei in pose esibizionistiche su una panchina del parco Solari, Roberta 21enne sembrava una bancaria, occhiali di tartaruga e completino serio sotto un impermeabile che spalancato lasciava vedere un corpo molto piacevole.
Iniziammo uno scambio di lettere, nelle mie proponevo ipotesi di incontri pseudo casuali, nelle sue mi raccontava cosa piaceva a Roberta e mi descriveva episodi che l’avevano piacevolmente coinvolta.
La fidanzata si eccitava provocando degli sconosciuti con esibizionismi in luoghi pubblici. Se le reazioni di questi la stimolavano, il seguito era gestito da lei e la conclusione completamente a sua discrezione: lui l’assecondava con un ruolo di osservatore, beneficiando poi della conseguente eccitazione di lei. Scartate alcune mie proposte mi descrisse minuziosamente il copione ed la regia che aveva pensato per l’incontro, con la riserva che tutto avrebbe potuto procedere solo se io fossi piaciuto alla moglie. In questo caso il gioco sarebbe stato condotto da lei e io avrei dovuto solo comportarmi spontaneamente come meglio ritenevo. Ore 19.30. Li attesi fuori dalla pizzeria vicino a corso Lodi, appostato come un ladro e quando li vidi entrare aspettai 3 minuti come mi aveva detto Michele, poi entrai e salii direttamente al primo piano seguendo le istruzioni. Erano già seduti ad un tavolino in ferro battuto, lei rivolta verso la sala ancora vuota e gli altri tavoli. Un po’ assurdamente mi sedetti proprio di fronte a lei in un tavolo da una persona, da li vedevo perfettamente le sue gambe, se le fossi andato a genio e avesse deciso che ero uno sconosciuto adatto da provocare, tra breve l’avrei capito. La sbirciai facendo finta di leggere la lista e mi accorsi che mi stava fissando, ordinammo e iniziammo a mangiare, mentre entravano altri avventori e rendevano la situazione meno buffa ma più complicata. Ma lei dietro i suoi occhiali da professoressa era abilissima a controllare chi era seduto intorno a noi ed scegliere l’attimo per accavallare le gambe lentamente mostrandomi il reggicalze, senza che nessun altro se ne accorgesse o per socchiuderle quel tanto da mostrarmi le mutandine bianche. Il gioco era iniziato e lei lo conduceva con una padronanza tale che mi fece capire quanto fosse abituata a quel comportamento provocatorio. Mi stava eccitando ed erano solo da poco passate le 20. Michele mi aveva anticipato l’inizio dell’incontro, chiarendomi che il resto non poteva prevederlo neanche lui. Dopo il dolce, il caffè e la mia eccitazione che cresceva, chiesero il conto e uscirono raggiungendo l’auto che, come concordato, era vicinissima alla mia e si avviarono lentamente dopo essersi assicurati che li stavo seguendo. Giravano per la città come in cerca di qualcosa e parecchie volte rallentarono in prossimità di parchi o giardini adatti a fermarsi, ma nulla, riprendevano il peregrinare senza che comprendessi la meta. Decisero infine di fermarsi davanti ad una sala da tè dalle parti di via Abruzzi. Il locale era su due piani, il bar, una sala al pianterreno e una più piccola al primo piano molto riservata con tavolini bassi e divanetti contrapposti, che formavano una sorta di separè. Era deserta e si accomodarono in un angolo particolarmente nascosto, li seguii e, molto sospettosamente per il cameriere che mi osservava, mi andai a sedere, con tutto il posto che c’era, su un divanetto vicino al loro da dove potevo vederli e farmi vedere. Una volta che il cameriere prese le ordinazioni e le servì, si guardò bene dal rifare le scale per salire ancora. Roberta guardandomi diede vita ad uno spettacolo esibizionistico veramente notevole. Dovevano conoscere bene il locale perché nella posizione in cui si erano sistemati potevano vedere la scala e chi saliva senza essere visti. Si poté permettere, dopo un inizio soft fatto di scorci e di bottoni slacciati alla camicetta di finire a gambe spalancate e masturbarsi tranquillamente gratificando con l’altra mano Michele. Dal viso, gli occhi che si socchiudevano, le gambe che si contraevano chiudendo la sua mano, capii che Roberta aveva avuto almeno due orgasmi. Io potevo solo guardare ed eccitarmi e lei lo sapeva bene, nella mia posizione ero visibile persino dai primi scalini per chi fosse salito, così infatti avvenne, una coppia giovane salì e si sistemò lontano da noi. Roberta li aveva visti e aveva fatto in tempo a ricomporsi per poi ricominciare appena quelli si sedettero, certa di non poter essere vista. La simpatica tortura durò fino a quando Roberta non decise di alzarsi, ritornare all’auto e ripartire : questa volta il mio lento inseguimento durò poco, in una decina di minuti raggiunsero una via chiusa vicino alla stazione di Lambrate, si fermarono spegnendo le luci di posizione solo dopo che parcheggiai dietro a loro. Scesi senza far accendere la luce interna e passai una prima volta in fianco alla loro auto. Roberta stava occupandosi del sesso di Michele, che intanto le sollevava la gonna da dietro. Feci alcuni passaggi fino a quando fui convinto che tutto fosse tranquillo e mi fermai in fianco al finestrino aperto. Roberta ora stava masturbandosi e Michele la guardava facendo altrettanto. A completare la situazione mancavo solo io, non ci misi molto a tirarlo fuori e mostrarlo a Roberta. Dopo l’eccitazione di tutta la sera la voglia era di venire immediatamente davanti a quello spettacolo. Riuscì comunque ad aspettare per la curiosità di vedere cosa Roberta decideva di fare. Michele le sussurrò qualcosa e lei allungò una mano per impadronirsi in fretta del mio sesso. Dalla calma con la quale mi masturbava capii che non voleva farmi venire così. Infatti aprì la portiera sdraiandosi su Michele e aprendo le gambe verso di me. Mi inginocchiai e iniziai a leccarla, aveva un clitoride molto sensibile e una volta trovato il punto preciso non faticai a farla venire e sentirle stringere le gambe intorno alla mia testa. Mi rialzai e ripresi a masturbarmi chiedendole se volesse vedermi venire. La risposta volgare mi sorprese : “ non vuoi scoparmi un po’ con quel bell’affare?” hai un preservativo? Mentre me lo infilavo velocemente, si mise in ginocchio sul sedile offrendosi e occupandosi con la bocca di Michele. Non venimmo anche se fu lungo piacevole per entrambi, mentre il fidanzato si contorse e venne copiosamente. Roberta si era seduta e aveva ripreso a toccarsi dicendomi .” se ti vedo venire vengo anch’io” . Ed era vero.

2 commenti:

  1. Curiosamente , mi sono trovata alcune volte in situazioni analoghe , con clienti che amano questo genere di situations ..
    Una volta , da McDonalds , fingendo di lasciarmi abbordare da uno sconosciuto , in cambio di un Big Mac ( cibo che odio , ma di cui non mi sfugge il significato " metaforico " ) , un po' come Roberta , ho dovuto giocare alla Gatta & il Topone ... hehe
    Scusa se parlo di me in questa sede , che non é appropriata , ma lo faccio in segno di " Simpatia " , OK ?? ;-P

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  2. ohh.. Carla.. sono sicuro che noi due faremmo impazzire la città :P
    Scusami Luciano se a mia volta mi approprio del tuo spazio, ma già immagino le calde e umide labbra di Carla che sfiorano il mio turgido membro mentre vaghiamo lentamente per milano con la capote abbassata..

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