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lunedì 21 maggio 2012



Attenzione: con questo post molto lungo, ma suddiviso in più avvenimenti successivi e collegati fra loro, vorrei proporre una lettura più rilassata e intrigante, allo scopo di far entrare chi segue da qualche tempo questo blog con interesse” particolare” nell’atmosfera adatta per apprezzarlo. Gradirei un vostro commento su questa mia scelta.

Guardoni di montagna

Probabilmente in ogni donna esiste un cassetto nel quale nasconde e accumula desideri e fantasie di trasgressioni sessuali di ogni tipo. Qualcuna non lo aprirà mai. Altre cercano un uomo a cui consegnare la chiave del cassetto e lo invitano ad aprirlo. Graziella era una di queste.
Il caldo di luglio che aveva avvolto Milano mi aveva fatto decidere di andare a dormire ogni sera al fresco della casa in montagna , inoltre la presenza di Graziella, disponibile e non invasiva rallegrava spesso le mie notti. Il figlio Luca ormai si era trasferito a Milano per l’università, inoltre aveva una ragazza con la quale viveva e i suoi ritorni a casa erano rari. Ne soffriva Renata che si era vista togliere il giocattolo sessuale che tanto la soddisfaceva nei pomeriggi di relax. Io mi rilassavo lontano dalla città, depurandomi forse con la semplicità della vita di paese, dove ormai mi fermavo ogni fine settimana. Graziella usava il solito stratagemma di entrare a casa mia dalla porta sul retro, dal vicolo. Il sabato sera dopo la chiusura del Circolo pro Loco s’infilava volentieri nel mio letto e si eccitava chiedendomi di raccontarle le mie esperienze, da solo o con le passate compagne. Volutamente non le chiesi mai se le sarebbe piaciuto farle quelle esperienze. Non era necessario. Ormai si era decisa ad aprire il cassetto delle sue fantasie e propormi di aiutarla a realizzarle. In particolare era attratta dall’idea di eccitare dei guardoni che si masturbassero guadandola o spiandola. Anche in Graziella, fin da ragazzina, il piacere dell’esibizionismo e del voyeurismo era uno stimolo alla frequente ricerca di soddisfazione sessuale con pratiche di autoerotismo. Temporeggiavo sul decidermi a proporle qualche occasione per attuare questa fantasia, preso anche dalla curiosità di scoprire qualcosa di più di Renata, sicuramente al corrente della mia storiella con Graziella e consapevole che io conoscessi la sua con Luca. Avevo ripreso l’abitudine di fare lunghe passeggiate a piedi nella valle e una domenica pomeriggio dopo aver lasciato l’auto in una piazzola della provinciale, qualche chilometro più in su del paese, entrai nel bosco risalendolo. Arrampicando senza particolare fatica su un pendio finii su una specie di terrazzo roccioso affacciato sopra una piccola cava abbandonata. Rimasi allibito! Quattro uomini erano lì in piedi e volgendomi le spalle erano impegnati a guardare in giù nella cava attraverso un muro di rami e foglie assolutamente mimetico che avevano eretto, per non essere visti. Passato lo stupore iniziale della scoperta e degli sguardi che mi fissavano come un intruso, mi trovai un posto e guardai anch’io giù nella cava. Esattamente sotto di noi in un’auto, una coppia stava dando il meglio di se in acrobazie sessuali.  Guardoni di montagna!     Era la prima volta che vedevo dei veri voyeur, tutte le mie precedenti esperienze a Milano erano legate a guardoni che sapevano che la coppia era in quel dato posto proprio per essere guardata, per eccitarli e vederli masturbarsi. Lì la differenza era evidente. Rubavano spazi d’intimità. Si eccitavano mentalmente e nessuno di loro si sarebbe nemmeno sognato di masturbarsi. Quando l’auto se ne andò, fecero dei commenti su quanto avevano visto e si sedettero su dei massi in attesa che entrasse in quel parcheggio particolare un’altra auto, con una coppia in cerca di tranquillità. La mia presenza non era gradita, era evidente, ma quando cominciai a raccontare dei posti di Milano dove le coppie andavano apposta a farsi guardare e a cercare compagnia, la loro attenzione e le loro domande mi permisero di essere facilmente accolto nel gruppo. Non erano della zona, venivano da Bergamo o Brescia, mi spiegarono che c’erano parecchi posti come quello, su quella strada e m’indicarono come trovarli. Mi allontanai e salutandoli dissi che poteva darsi che prima o poi mi avrebbero visto entrare in uno di quei “parcheggi”con un’amica che desiderava esibirsi e guardare
uomini eccitati che si masturbavano. Spiegai che auto avrei usato e li rassicurai dicendo che avrebbero potuto avvicinarsi, fingendo di spiarci e poi fermarsi vicino a finestrini a guardare e masturbarsi. Ovviamente stavo pensando a Graziella, ma loro non mi sembrarono molto convinti.


La coperta militare

Mi allontanai con l’intenzione di cercare le altre “postazioni” che mi avevano indicato: erano tutte vicine, sparse su quel tratto di strada per qualche centinaio di metri. Erano facili da trovare, bastava partire da una stradina non asfaltata che s’inoltrava in qualche boschetto e si arrivava a piazzole dove un’auto si poteva fermare nascosta dal verde o dalle rocce. Guardandosi intorno non era difficile immaginare dove fossero i “punti di osservazione”. Ne trovai diversi, alcuni con auto parcheggiate. Quando decisi di tornare alla mia auto, tagliai per un bosco per accorciare la strada. Camminavo con passo spedito, ma mi dovetti arrestare di colpo. In un piccolo spazio erboso su una coperta militare una coppia era impegnatissima in un’attività che non lasciava dubbi. Lei completamente nuda in ginocchio stava occupandosi con la bocca del sesso di lui, che sdraiato con i pantaloni calati e appoggiato sui gomiti mi stava guardando.  Un attimo di panico fu comprensibile. Poi ragionai. Se una coppia avesse cercato un posto tranquillo per fare sesso non si sarebbe fermata di certo lì, inoltre mettere lei completamente nuda mi sembrava un po’ esagerato. Ero fermo a una decina di metri e stavo pensando a proseguire, cambiando direzione, quando lui con la mano mi fece segno di fermarmi. Mi fermai dietro un albero. Lo spettacolo non poteva che eccitarmi e visto che la mia presenza non era sgradita non mi sembrò inopportuno tirarlo fuori e masturbarmi. Lui le disse qualcosa all’orecchio, lei si girò verso di me sorridendo poi riprese il suo impegno con mani e bocca. Lui con la mano mi fece segno di avvicinarmi. Lo feci senza smettere di masturbarmi, la fece spostare, sempre rimanendo in ginocchio, fra le sue gambe e con il sedere rivolto a me. Ero in piedi davanti a loro e con un gesto inconfondibile della mano mi fece capire di penetrarla da dietro. M’inginocchiai a mia volta dietro di lei e le scivolai dentro senza difficoltà, sembrava gradire e assecondare i miei movimenti, ma non la sentii raggiungere l’orgasmo. Decise lei quando spostarsi e sedersi sul sesso di lui impalandosi, lasciandomi col dubbio che per me il gioco fosse finito. Per fortuna le mani di lui aprendole le natiche mi spiegarono il passo successivo che gradivano. Non fu facile penetrarla dietro, ma la lubrificazione generale della zona e del mio sesso in particolare, dopo qualche tentativo permisero alla punta di varcare la soglia. Lentamente, mentre anche lui riprendeva i suoi movimenti davanti, scivolai completamente dentro di lei, col piacevole risultato di sentire i suoi muscoli in quella zona rilassarsi e percepire attraverso il sottile divisorio delle due aperture, la presenza del sesso di lui. Poco dopo iniziò a contrarsi e scoppiare in un orgasmo interminabile che consentì anche a noi di venirle dentro quasi contemporaneamente. Sempre con la mano, lui mi fece segno di andarmene. Nessuno aveva detto una parola. La montagna rivelava inediti aspetti.





Graziella … da sola

Tornai a casa e dopo una doccia rigeneratrice delle fatiche di quella “scampagnata” salii al Circolo
indeciso se raccontare o meno a Graziella le avventure di quella domenica pomeriggio. Erano tutte e tre indaffarate, ormai i villeggianti erano arrivati per le vacanze estive e si godevano il fresco del posto e il piacere delle chiacchiere. Era l’ultima domenica di luglio. Decisi di lavorare ancora una settimana a Milano e di tornare lì per passare qualche settimana di riposo, ormai avevo rinunciato ad affittare la casa ed era meglio sfruttarla. Graziella me lo aveva chiesto più volte e fino a quel momento non avevo ancora deciso. Quando mi vide e venne al mio tavolino glielo annunciai, mi rispose sottovoce “ grazie, ci vediamo stanotte?” Non aspettò la mia risposta e sparì. Tanto la conosceva già. Alla una era nel mio letto, fresca di doccia e pronta con le sue solite richieste, sia di conoscere altre mie esperienze, sia di chiedermi di farle provare anche a lei. La presi un po’ in giro dicendole che non era pronta per certi giochi e che prima era necessario fosse sicuro delle sue reazioni nel vedermi con un’altra. “credo che mi ecciterei, mettimi alla prova o non lo sapremo mai ” A questo punto la sfida era aperta e continuai: “ va bene perché non convinci Renata a fare sesso con me?  Rispose subito: “ convincerla a venire a letto con te non è un problema, credo che da quando mio figlio, oltre a suo marito, non la scopano più, e dopo che le ho raccontato quello che facciamo qui da te, le farebbe solo piacere se tu ci provassi. Sull’idea che ci stia a farlo davanti  a me ho molti dubbi. che accetterebbe.” Il discorso si chiuse lì e lasciammo ai nostri corpi eccitati altre decisioni su cosa fare quella notte. Le telefonai da Milano il giovedì seguente proponendole di andare a cena assieme  il venerdì sera in un buon ristorante che conoscevo prima di Brescia. Accettò con entusiasmo dicendomi che aveva già deciso di andare a Brescia venerdì pomeriggio e ci saremmo potuti incontrare lì e rientrare al paese con due auto per non spazio a pettegolezzi. Quando arrivai era già lì parcheggiata nella sua auto, scesi dalla mia e salii da lei. Mi buttò le braccia al collo e m’infilò la lingua in bocca poi mi prese una mano e se la portò fra le gambe, fino alle mutandine. Erano completamente bagnate. La guardai sorpreso e mi disse “toccami che oggi ho qualcosa io da raccontarti”. Quel pomeriggio era scesa a Brescia per comprarsi delle scarpe e dopo un negozio andato a vuoto, in un altro aveva trovato un modello che le piaceva. Seduta per provarle si era accorta che la commessa, piuttosto mascolina e inginocchiata davanti a lei, aveva fatto scorrere lo sguardo fra le sue cosce, poco coperte dalla mini. Dopo un primo momento di smarrimento durante il quale forse era pure arrossita, aveva socchiuso leggermente le gambe e verificato che gli occhi della ragazza si erano infiltrati fino allo slip. Eccitata da quel gioco aveva provato inutilmente altri modelli, mentre aveva già scelto quale acquistare, per provocare la commessa. Uscita col suo pacchetto e con un fremito nelle mutandine, proseguiva su quel marciapiede. Passando davanti ad un cinema, quasi trascinata senza riflettere fu presa dall’idea di entrare, le scorrevano nella mente i miei racconti di avventure al cinema. Davano un cartone animato erano le cinque e quando gli occhi si adattarono al buio si cercò un posto. La sala non era vuota, anzi c’erano parecchie mamme con bambini e un paio di uomini soli. Si sedette lontano dai presenti in fondo, in una fila di posti vuoti, appoggiando il pacchetto sul sedile in fianco e più che il film si guardò in giro. Uno degli spettatori era seduto a un paio di posti da una donna con due bambini, un altro si era alzato e ora stava in piedi in fondo. Dopo qualche minuto il tipo si mosse ed entrò nella fila dove era seduta lei. Se lo aspettava. Si sedette tre o quattro posti prima di lei. Anche senza fare nulla di particolare Graziella sapeva che con quella mini le sue gambe potevano eccitare chiunque le guardasse. Non fece nulla se non girare ogni tanto la testa, per seguire le mosse dello sconosciuto. Era già eccitata. Il tipo guardandole le gambe iniziò a toccarsi sopra i pantaloni, poi infilò una mano nella patta e aspettando il momento in cui lei si girò verso di lui, lo tirò fuori. Graziella pur non volendo, rimase a guardare più del normale, lui interpretò lo sguardo come un invito e si alzò coprendosi in fretta il sesso per spostarsi al suo fianco. Lei fece appena in tempo a spostare il pacchetto delle scarpe da quel lato per impedirgli di sedersi vicino. Il tipo si bloccò sedendosi ad un posto di distanza.  La seduta della poltroncina in fianco a Graziella si ribaltò facendo cadere la scatola e lei per raccoglierla fu costretta a girarsi e chinarsi verso lo sconosciuto, il quale fu velocissimo nel tirarlo di nuovo fuori e ben eretto mostrarglielo a poca distanza dal suo viso.  Lei s’incantò a guardarlo, quei secondi furono eterni e uniti al fatto che qualsiasi donna in quella situazione avrebbe urlato parolacce o come minimo si sarebbe spostata confermarono al tipo che la sua esibizione non era sgradita, alla vicina di posto piaceva assistere a quello spettacolo, non gradiva fare altro, almeno per ora. Lo sconosciuto ormai tranquillo allungò le gambe verso di lei, stendendosi sulla poltrona per meglio riuscire a masturbarsi e farsi ammirare. Graziella sentì un fiotto caldo scendere dal sesso e bagnarle le mutandine: la voglia di toccarsi la sconvolse. Riuscì a trattenersi da quell’idea limitandosi a contrarre ritmicamente i muscoli del pube, nella speranza di raggiungere così un orgasmo. Ottenne solo l’effetto di eccitarsi ancora di più. Accavallò le gambe e senza più riguardi si girò a guardare il vicino che aveva aperto completamente i pantaloni e si masturbava lentamente. Nei lampi di luci che il film ogni tanto proiettava sugli spettatori, Graziella notò la punta di quel sesso luccicare nel buio, scavallò le gambe e le aprì sfacciatamente. Il ritmo del movimento sul sesso del tipo aumentò e lo vide infilarsi in fretta una mano in tasca, togliere un fazzoletto e coprire la punta del pene contorcendosi nell’orgasmo. Graziella sperò solo che se ne andasse in fretta per rimanere senza ammiratori e potersi toccare subito. Lo sconosciuto non era ancora uscito dalla fila che la sua mano corse sul clitoride tentando di procurarle quel che desiderava. Dovette interrompere l’operazione quasi subito perché il tipo era andato qualche fila più avanti a parlare all’orecchio dell’altro unico spettatore maschile della sala. Il quale si alzò e senza esitazioni rioccupò il posto lasciato libero dall’amico, iniziando subito a toccarsi. Graziella ormai era senza difese, poteva solo alzarsi e andarsene col dubbio che il tipo l’avrebbe seguita o rimanere e stare al gioco.  Scelse la seconda possibilità. Si lasciò scivolare col sedere nella poltrona e arrivò ad appoggiare le ginocchia sulla spalliera davanti, la minigonna scese scoprendo completamente le cosce. A quel punto il vicino interruppe l’attività manuale, si alzò in piedi e senza nascondere il sesso, scavalcò sedendosi proprio davanti a lei. Con la testa girata completamente in dietro vicinissima alle sue ginocchia le sussurrò: “ aprile un attimo che vengo subito” Graziella era stordita dalla situazione e come un automa apri le gambe. Il tipo si contorse sulla poltrona girandosi verso di lei per meglio guardare e scaricò così facilmente per terra il risultato del suo orgasmo. Erano le sette e a Graziella non rimase altro che uscire e andare all’appuntamento con me.   Mentre ascoltavo il racconto le mie dita non si fermarono mai e riuscì a venire tre volte. Fu una cena molto piacevole oltre che per il cibo, per le reciproche sorprese. Dopo aver ascoltato la sua avventura, fu il mio turno di riferirle cosa mi era capitato vicino al suo paese, la domenica prima. A Graziella, che indossava una mini da ragazzina su una maglietta estiva senza reggiseno, mentre ascoltava, s’indurivano ancora i capezzoli. Terminata la cena e recuperate le auto ci avviammo verso casa, lei davanti col suo Cherokee, pochi chilometri prima del paese, poco prima di quel posto dei guardoni, si fermò ad una piazzola, scese. Chiuse l’auto a chiave e salì sulla mia macchina. “ti prego portami in quel posto, ora” e a nulla valsero i miei rifiuti e spiegazioni che a quell’ora di notte era impossibile che ci fosse qualcuno a guardare, che il posto “funzionava” solo il sabato e domenica e solo al pomeriggio. Dovetti accontentarla e ci ritrovammo al buio in quel parcheggio “particolare”. In un attimo fu nuda, abbassò il sedile e aprì la portiera che diffuse una luce discreta.  Non mi lasciò la possibilità di nessuna iniziativa, le feci tutto quello che mi chiese e mi ringraziò con più orgasmi suoi e con uno mio, che mi procurò fuori dall’auto in piedi appoggiato al cofano e lei inginocchiata davanti a me. Quella sera, ormai erano le due, mi disse che non sarebbe venuta a trovarmi a casa.





Un’assenza ben giustificata
 
Il sabato mattina pigrai a letto fino a mezzogiorno, godendomi il mio primo giorno di vacanza. In pratica mi fece uscire dal letargo una telefonata di Graziella che dal bar del Circolo Pro loco mi disse “ oggi è sabato chissà se i tuoi amici sono già appostati? Andiamo a trovarli? Fino alle 5 c’è poco lavoro e posso staccare un ‘oretta” Di sicuro sapeva quello che voleva, ma le risposi “non so, quando salgo vediamo, magari domani” Appese dopo un “come vuoi”. Pranzai e verso le tre, dopo aver sistemato un po’ la casa per la lunga vacanza, salii al Circolo in macchina. All’entrata del parcheggio incrociai Graziella che usciva con la sua auto, affiancati i finestrini mi disse solo :” vado a fare un giretto” e partì sgommando suoi ciottoli. Rimasi sbalordito, era chiaro dove stava andando, “da sola”. Fui indeciso per qualche minuto, se lasciarla fare o seguirla. La curiosità di capire fino a dove era capace di arrivare mi spinse a girare l’auto e dirigermi a quel parcheggio nel boschetto. Entrai piano con l’auto per far prima e per essere sicuro di non sbagliarmi. Era lì, ma non fece in tempo a vedermi. In retromarcia uscii e lasciai l’auto all’ingresso della stradina. Volevo evitare che qualche altra auto entrasse a disturbarla. Mi arrampicai in silenzio verso la postazione fra le frasche. C’erano solo due tipi nuovi che non conoscevo, giovani e più loquaci degli altri, mi dissero: “guarda c’è una porca da sola che si sditalina” feci finta di nulla e guardai in giù fra i rami. Certo che lo spettacolo era piacevole! Aveva parcheggiato perfettamente sotto di noi e dall’ampio parabrezza anteriore si vedeva tutto l’abitacolo anteriore, senza che lei potesse vederci. Aveva i finestrini aperti e la radio accesa, il sedile di guida leggermente reclinato e lei con il suo solito abitino a fiori aveva una mano nascosta fra le gambe socchiuse e a mala pena coperte. Dopo qualche minuto slacciò la parte alta del vestito scoprendo il seno e accarezzandosi i capezzoli e pizzicandoli: ormai le sue gambe erano scoperte e si vedeva la sua mano muoversi nelle mutandine. Reclinò di più il sedile, aprì tutti i bottoni davanti scoprendosi completamente e si sfilò lo slippino. Si accarezzava il clitoride che teneva estroflesso con due dita dell’altra mano. Ogni tanto smetteva e si penetrava fino in fondo col dito, per poi estrarlo luccicante di umori e riprendere la carezza sul clitoride. Faceva tutto molto lentamente, godendo della certezza che i suoi gesti eccitassero invisibili, ma presenti spettatori.  Non riuscendo ad aprire bene le gambe, ne passò una sopra la leva del cambio e la posò dalla parte del passeggero. Ora poteva spalancarle e mentre continuava la carezza sul clitoride penetrarsi con due dita dell’altra mano. Raggiunse così il primo orgasmo, che strappò ai miei compagni di visione dei commenti decisamente volgari. Graziella che sicuramente aveva previsto che io non la accompagnassi, aprì il cassettino e prese una carota lunga e piuttosto grossa, la fece entrare facilmente in un preservativo e la fece sparire nel suo sesso spalancato, da una tasca dietro il sedile del passeggero prese una rivista l’appoggiò sul volante e sfogliandola iniziò a masturbarsi. A quel punto lasciai il posto di visione e scesi lentamente verso la parte opposta del boschetto per arrivare alla sua auto da dietro. Lei non mi vide fino a quando fui vicino ad un finestrino posteriore dal suo lato, solo allora notai i suoi occhi che mi guardavano nello specchietto esterno. Fece finta di nulla, accettò il gioco io pure e lo tirai fuori iniziando a masturbarmi. Dovevo far apparire la scena agli occhi dei due che mi stavano sicuramente vedendo, come il più veritiera possibile, anche Graziella lo capì o almeno sperò che ci fosse qualcun altro oltre me.  Mi spostai dall’altro lato dell’auto e avanzai furtivamente fino al finestrino anteriore, anche alzandomi in piedi non poteva vedere il mio sesso, così cercando quasi di non farmi accorgere aprii la portiera del passeggero e le mostrai cosa stavo facendo guardandola. Andammo avanti così qualche minuto finché lei non sussultò in preda al secondo orgasmo, ritirò la gamba come per invitarmi a salire. Mentre entravo sul sedile feci segno a quelli su di scendere. Abbassai il sedile e anche i pantaloni, Graziella subito si impossessò del mio sesso con la bocca, mentre la mia mano cercava e trovava il suo. in quella posizione solo io mi accorsi dei due che erano scesi e spiavano dai finestrini posteriori. Chiusi i finestrini elettrici anteriori e certo che fuori non mi sentissero le dissi : “ho visto tutto lo spettacolo che hai fatto e con me c’erano due guardoni che spiavano. Ora sono qui in fianco all’auto, cosa vuoi fare?” Staccò un attimo la bocca per dirmi “fai tu“. Feci scendere un vetro, mentre Graziella si raddrizzava e sedeva e feci segno ad uno dei due di avvicinarsi :” vuole solo farsi guardare e vedervi venire, se vi và” Non rispose, ma era un sì. Mi sdraiai, la feci salire su di me penetrandola e chiedendole di masturbarsi. Si muoveva lentamente su e giù toccandosi e guardando i due che fuori si masturbavano. Quando capii che era vicina all’orgasmo mi bastò dirle “ dopo scendo anch’io, lasci aperta la porta e infili ancora la carota mentre noi ti guardiamo e veniamo” per sentirla urlare “ siiii” ed esplodere singhiozzando in un orgasmo interminabile. Venni anch’io dentro di lei e i due tipi sulla portiera. Se ne andarono come erano arrivati senza che ce accorgessimo. Graziella in retromarcia mi portò alla mia auto. Disse solo finalmente ci sono riuscita, comunque io mi sarei anche fatta scopare, non erano male i due ragazzi.” Non risposi. 

2 commenti:

  1. Questo é un vero Colombo-Classik : ci sono tutti gli elementi trasgessivi , a cui c'hai abituati da tempo , Luciano !!
    Davvero un resoconto ben articolato , bravo tu a raccontarcelo ma braaava soprattutto Graziella come protagonista !!

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  2. Concordo con pincocarla...
    Braaava soprattuto Graziella, ma bravo te a farla liberare dalle sue voglie...
    :)))

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