Una giornata piena
Arrivati
a Milano alle 11, accompagnai Viviana alla Statale e la lasciai con l’intesa
che sarei passato a recuperarla alle 4: doveva sistemare l’iscrizione e
informarsi per trovare un appartamentino in zona, anche in condivisione con
qualche altra ragazza. Appena il tempo di passare da casa per una doccia e per
cambiarmi, e passai a riprenderla. Alle 7 Graziella mi aveva dato appuntamento
all’uscita di Sesto, avrebbe lasciato lì la sua auto. Viviana era raggiante,
l’aspettativa di poter studiare e vivere a Milano la elettrizzava e quando salì
in auto mi disse subito che aveva già trovato un annuncio alla Statale di una ragazza che poteva condividere un
appartamento. Mi chiese di vedere casa mia e riuscii a stento a convincerla che
col traffico di quell’ora non avrei fatto in tempo a riportarla alla stazione
centrale in tempo per il suo treno. Ci fermammo in via Aporti e con la massima
tranquillità mi disse che era ancora bagnata dalla mattina, si era appena
ripulita con un clinex, ma le faceva
piacere sentirsi il mio sperma nelle mutandine. Dicendolo socchiuse le gambe
come ad invitarmi a constatarlo. Non solo era vero, ma aveva anche voglia che
le mie dita non si fermassero ad una verifica. Lì fra la gente che passava sul
marciapiede riuscì a venire, serrandomi nell’orgasmo la mano fra le cosce. Mi
baciò salutandomi e facendomi promettere che per il fine settimana saremmo
riusciti a trovare il modo per stare assieme, su al paese. Arrivai con largo
anticipo all’appuntamento all’uscita dell’autostrada e già con una notevole
eccitazione. Dovuta, sia all’orgasmo ricevuto nella mia mano da Viviana, sia
all’idea di cosa avrebbe combinato quella sera la scatenatissima Graziella. Arrivò
10 minuti prima del previsto. Come aprì la portiera per scendere e mise giù una
gamba capii che si era preparata a dovere e lo spettacolo aumentò la mia
eccitazione. Calze velate con reggicalze, minigonna nera e scorcio di slip come
aperitivo e … appena seduta in auto da me, esordì con: “ ho fatto tutta
l’autostrada guidando con una mano sola, con l’altra mi masturbavo. Se non mi
fai godere subito impazzisco”. Non le chiesi con chi volesse godere. Avevo
deciso di cenare in un ristorante vicino al cinema a luce rossa dove volevo
portarla, ma cambiai idea e mi diressi subito verso il parco Lambro, nel
parcheggio dietro il cimitero. A quell’ora, c’era sicuramente qualche guardone
ancora in giro. Il percorso in tangenziale servì a Graziella per iniziare la
serata scendendo con la bocca sul mio sesso e sollevandola solo quando spensi
il motore. Riuscii a stento a non venire. Per arrivare a parcheggiare in un
punto tranquillo davanti ad un cancello chiuso ero passato davanti a un’auto
che aspettava giusto una coppia che si infilasse lì. Probabilmente si aspettava
solo di poter sbirciare una scopata, quando si accorse della nostra posizione
“riservata” parcheggiò in fianco a noi e seduto in auto, iniziò vistosamente a
masturbarsi sotto lo sguardo di Graziella. Alla quale dissi solo:” se davvero
stavi impazzendo dalla voglia di scopare, ora tocca a te”. Non se lo fece
ripetere due volte, scese, si avvicinò al finestrino dello sconosciuto, allungò
dentro un braccio e la sua mano partecipò all’operazione in corso. Il tipo per
ringraziarla a sua volta, le infilò una mano sotto la gonna, invitandola ad
aprire le gambe. Graziella non era in condizione di perdere altro tempo in quel
giochino soft e dopo avergli detto qualcosa che non capii, si avvicinò al
cancello poco distante appoggiandosi con le mani e volgendo la schiena al
tipo.
Lui scese dall’auto col sesso in
mano già eretto, si avvicinò a Graziella, quasi con furia le sollevò la gonna e
lasciando cadere i calzoni si mise un preservativo e la penetrò subito da
dietro, mentre lei lo aiutava nell’impresa, allargando e piegando un po’ le
gambe. Non mi resi conto se fu più veloce lui o lei nel raggiungere l’orgasmo,
la cosa certa fu che il rapporto durò poco, ma vennero a lungo. Quando risalì
in auto era più rilassata, ma non meno eccitata e mi disse: “era prevista questa scopata lampo o è stata un’
improvvisata?” Non aspettò la risposta e si dedicò con la bocca al mio sesso
che da ore ormai reclamava di essere soddisfatto. Il tipo che si era appena fatto
una scopata fuori programma si avvicinò alla mia auto ancora eccitato e
masturbandosi assistette al mio orgasmo, e quando Graziella rialzò la testa non
trovò strano schizzarmi sul vetro sotto il suo sguardo un po’ divertito.
Raggiungemmo il ristorante e dopo una pulitina in bagno iniziammo la cena.
Graziella era buffa, sembrava una ragazzina che ne aveva combinata una e ne
stava già pensando un’altra. Dopo due commenti sull’accaduto le chiesi a
bruciapelo:” riuscirai a farmi scopare anche con Lidia?” Rise e rispose: “così
completi il trio delle amiche! Ma con Lidia ti dice male, io non posso aiutarti
e credo proprio che non ci sia possibilità di fartela”. “E’ strana, neppure con
noi si apre a confidenze, fa una vita monotona, la casa, il marito alcolista,
il passatempo al bar della Pro Loco, abbiamo fatto fatica a farle dire che il
marito non la scopa più ormai da anni.” “ pensa che anche quando andiamo al
mare a giugno noi tre da sole, io e Renata ce la spassiamo assieme e ci
raccontiamo tutto, lei invece sparisce e non siamo mai riuscite a farci dire
cosa combina.” Non commentai, ma facendole altre domande su Lidia, venni sapere
che da tre anni ogni giovedì pomeriggio andava a Brescia per del volontariato
in un ospedale. Strano. Finimmo di cenare, Graziella aveva bevuto qualche
bicchiere di vino e forse per quello o per l’eccitazione delle due ore che
l’aspettavano era rossa e scarmigliata. Entrammo nella sala, probabilmente la
più piccola e squallida di Milano mentre iniziava un porno altrettanto
squallido. L’unico vantaggio di quel posto era che il cassiere/maschera sapeva
benissimo cosa succedeva dentro, ma non si permetteva di mettere il naso oltre
il tendone, perché, ripristinare l’ordine avrebbe significato perdere quei
pochi clienti e quelle rare coppie che andavano lì solo per la tacita libertà
assoluta di poter fare quello che volevano. I posti non erano più di sessanta e
credo gli spettatori non superassero la ventina. Divisi in gay, masturbatori
solitari e cercatori di coppie. Questi ultimi dopo l’inizio dell’ultimo
spettacolo accertandosi che non erano presenti coppie, si rassegnavano a
rientrare in una delle altre due categorie. Al contrario se era entrata una
coppia o addirittura due, tutti cercavano di partecipare indipendentemente dai
gusti: chi era entrato per farsi una sega guardando il film, preferiva farsela
guardando lo spettacolo dal vivo della coppia e chi era gay sperava nella
confusione generale di trovare qualcosa da mettersi in bocca. La cosa certa era
che quel cinema era un casino e che le coppie che lo frequentavano cercavano
proprio quello. Rimanemmo in piedi per adattare la vista e quando gli occhi di
Graziella riuscirono a vedere la sentii irrigidirsi ed aggrapparsi al mio
braccio. Nella fila davanti a noi due tipi a braghe calate si masturbavano a
vicenda, alternando le mani alla bocca. In piedi in fianco a noi un tipo coi
capelli bianchi era in ginocchio e stava succhiandolo ad un ragazzo asiatico
giovane. Seduti a macchia di leopardo il resto degli spettatori più o meno si
masturbava, qualcuno accortosi della nostra presenza si era già alzato e si
stava spostando dietro l’ultima fila dove eravamo noi. Dissi a Graziella:” se
vuoi possiamo andarcene..” Rispose “no, sediamoci”. Ci sistemammo al centro di
una fila e immediatamente fummo circondati da uomini e ragazzi che si
piazzarono davanti, dietro e ovviamente il più lesto, in fianco a Graziella.
Tutti aspettavano le nostre mosse, per capire come comportarsi. Volevamo solo
guardare e farci guardare? lei voleva masturbare qualcuno? Due nella fila davanti alla nostra ruppero
gli indugi e girati di trequarti avevano tirato fuori i sessi e si sforzano di
masturbarsi mostrandoli a Graziella. Uno seduto dietro a Graziella le sfiorava
i capelli delicatamente. Le presi una mano e la portai sul mio sesso, con
l’innata abilità in un attimo fu dentro i miei pantaloni e iniziò a
masturbarmelo. Mi chiese se avessi dei fazzolettini e dei preservativi La mia
mano non si era ancora posata sulla sua gamba che il vicino di posto sfoderò un
affare che la fece rimanere incantata a guardarlo. Più il tipo se lo masturbava
e più si ingigantiva. Graziella non resistette e allungò una mano per
toccarlo iniziando una sega lentissima
mentre guardava il film mentre con l’altra mano si occupava del mio sesso.
Ormai era partita e non mi rimaneva
altro che guardare cosa faceva o si faceva fare. Smise di masturbarmi e si girò
abbassandosi su quel pene per succhiarlo più comodamente, mentre le mani dei
tipi davanti la toccavano ovunque.
Aveva spalancato le gambe, probabilmente al
ristorante si era tolta le mutandine, il tipo che era seduto dietro e prima le
sfiorava i capelli ora più sbrigativamente era in piedi e piegato in avanti le
toccava il sedere cercando di penetrarla con un dito. In pochi minuti quasi
tutti i presenti erano intorno a noi, molti in piedi guardavano e si
masturbavano altri cercavano di toccarla: prese in mano la situazione il tipo seduto
davanti. La fece alzare e prendendola per mano la portò nel corridoio che
separava i due blocchi di poltrone, la fece sedere a gambe spalancate e
inginocchiandosi riuscì a penetrarla comodamente, mentre il vicino di poltrona
che se l’era vista soffiare aspettava il suo turno. Graziella guardava quel
grosso sesso pronto per lei e nel frattempo non riuscì ad evitare un orgasmo
improvviso che le procurò il pene che aveva dentro, meno voluminoso, ma
sicuramente abile. Venne anche lui e togliendosi la quantità di liquido nel
preservativo era esagerata. Graziella allungò un altro preservativo al tipo col
grosso pene che la portò dietro l’ultima fila di sedili, tutti li seguirono. La
fece appoggiare alla spalliera della poltrona e dopo aver tentato inutilmente
di infilarsi quel preservativo troppo piccolo, la penetrò facendole emettere un mugolio di
piacere, Graziella riuscì a dirgli di non venirle dentro mentre si godeva ansimando quel grosso pene piantato in lei e che sembrava non
smettesse mai di muoversi avanti e indietro. Intanto allungava le mani per
masturbarne altri. Il ragazzo asiatico era passato nella fila e piazzatosi
davanti a lei, l’aveva invitata a succhiarglielo, la posizione però era scomoda
per lei e si accontentò di masturbarsi davanti alla sua bocca e venirle in
mano. Quella scopata sembrava non terminare mai, Graziella venne due volte
prima che il suo benefattore si decidesse a toglierlo e venirle fra le natiche masturbandosi. Non riuscì
neanche a pulirsi completamente col clinex che un altro pene già protetto la
stava penetrando. Rendendosi conto che la dimensione era ben più ridotta e non le avrebbe procurato un
gran piacere, Graziella passandosi una mano fra le gambe lo indirizzò
nell’altra apertura. L’intera zona era tutta ben lubrificata e scivolò dentro
senza fatica: la lunghezza dovette soddisfarla perché sul suo viso dopo un
accenno di dolore apparve subito una smorfia di piacere, al quale contribuì
anche una mano che non si capì neppure a chi appartenesse e che si era infilata fra le sue gambe e aveva preso a masturbarle il
clitoride con evidente abilità. Venne per l’ennesima volta. Quando finì la
confezione da sei di preservativi, mancava poco alla fine del film, in pratica
quasi tutti i presenti in un modo o nell’altro erano venuti, tranne io. Ma
faceva parte del gioco e l’accompagnai
nella toelette dove si risistemò alla meglio. Uscimmo prima che si
riaccendessero le luci e fortunatamente senza essere seguiti ritornammo alla
mia auto. Le chiesi se prima di portarla
alla sua volesse fare un giretto per completare la serata con qualche guardone.
Mi rispose che ora voleva solo occuparsi del mio sesso per ringraziarlo di aver
atteso tanto.
Raggiungemmo la sua auto nel parcheggio deserto della Sony, mi
fece appoggiare alla portiera e
accucciandosi davanti a me a gambe aperte si procurò, masturbandosi, l’ultimo
orgasmo, mentre le venivo in bocca.